Cos’è la spalla del nuotatore? Il suo nome “tecnico” è sindrome da impingement subacromiale ed è una patologia infiammatoria che colpisce i tendini che compongono la cuffia dei rotatori, la struttura che garantisce buona parte della stabilità dell’articolazione fra omero e scapola, dal momento che l’avvolge in modo simile ad una cuffia (da cui il nome).
La spalla del nuotatore
Questi tendini, in particolare il tendine sovraspinato (che prende il nome dal muscolo cui permette il movimento), lavorano scivolando avanti ed indietro nello spazio ristretto fra la parte superiore dell’omero e l’acromion, la porzione della scapola che si articola con la clavicola.
Lo spazio fra acromion e testa dell’omero si restringe ulteriormente quando il braccio viene sollevato e questa compressione può talvolta “schiacciare” i tendini della cuffia dei rotatori.
È per questo motivo che, specialmente quando si effettuano ripetuti movimenti in cui le braccia sono portate sopra l’altezza delle spalle, i tendini della cuffia (il tendine del muscolo sopraspinato, in particolare) possono infiammarsi, provocando:
- dolore;
- limitazione nei movimenti,
che siamo in grado di compiere con il braccio.
Di seguito, ho elencato alcuni elementi che possono contribuire all’insorgere della patologia.
- L’infiammazione del tendine sopraspinato per via di traumi come colpi, cadute o incidenti è senza dubbio uno dei fattori di rischio più comuni per la sindrome da impingement subacromiale. Lo squilibrio causato da un trauma, cui magari non è stata nemmeno data importanza perché apparentemente lieve, può essere fra le più importanti cause dell’infiammazione.
- Una postura non corretta, che è causa di movimenti non perfettamente coordinati o addirittura scomposti, può contribuire significativamente allo squilibrio e quindi all’infiammazione. Attenzione: se la postura non viene corretta e riequilibrata, aumenterà anche le possibilità che il problema si ripresenti, recidivando in breve tempo.
- Il sovrallenamento è l’altro grande fattore di rischio. Il nome “spalla del nuotatore” non è casuale, deriva dal fatto che il rischio di infiammazione dei tendini della cuffia dei rotatori è aumentato in modo esponenziale dall’allenamento intenso. Molti sport, sia individuali (per esempio nuoto, sci di fondo, tennis, lanci) che di squadra (basket, volley, baseball, ecc.) prevedono frequenti movimenti delle braccia verso l’alto. Gli atleti che praticano questi sport in modo agonistico devono fare molta attenzione alla salute dei loro tendini.
Le cause della spalla del nuotatore
Come ho accennato, l’impingement subacromiale è un problema di tipo meccanico: i tendini, irritati dal continuo sfregamento con la testa dell’omero e l’acromion, si infiammano diventando più spessi e rigidi ed impedendo così al braccio di compiere movimenti verso l’alto oltre una certa angolazione.
Per motivi anatomici, il tendine del muscolo sopraspinato è il più colpito da questo problema, seguito da quello del muscolo sottospinato.
È chiaro che anche la conformazione anatomica personale influenza la possibilità che si sviluppi l’infiammazione: se il paziente ha la testa dell’omero e l’acromion posti ad una distanza particolarmente ridotta, le probabilità sono estremamente più alte ed è probabile che il problema necessiti di un intervento chirurgico ricostruttivo (acromionplastica e contemporanea riparazione dei tendini) per essere risolto in maniera definitiva.
I sintomi della spalla del nuotatore
Il dolore e l’impossibilità di sollevare il braccio oltre una certa angolazione sono i principali segni che possono suggerire la diagnosi di questa patologia.
Il dolore è diffuso alla spalla e spesso si irradia anche al bicipite. All’inizio è presente solo quando muoviamo il braccio, in seguito si può manifestare anche a riposo, specialmente dopo qualche ora di immobilità.
Non è raro che possa tenere sveglio il paziente durante la notte, impattando sulla sua qualità di vita. Se la patologia è trascurata per qualche tempo, i muscoli possono atrofizzarsi causando il blocco completo dell’articolazione e rendendo necessario un intervento chirurgico ed un lungo periodo di riabilitazione.
La visita specialistica
Per questo motivo, consiglierei a tutti i miei pazienti di rivolgersi ad uno specialista ai primi segnali che potrebbero far pensare ad una diagnosi di spalla del nuotatore: se viene diagnosticata precocemente, la sindrome da impingement subacromiale si può spesso risolvere con metodi assai meno invasivi, come la fisioterapia e le infiltrazioni di farmaci antinfiammatori o di medicina rigenerativa.
Lo specialista provvederà all’esame fisico del problema e prescriverà tutti gli accertamenti strumentali (ecografia, risonanza magnetica e talvolta radiografia) necessari ad avere una visione completa della situazione: come spesso ripeto ai miei pazienti, la spalla è un sistema nel quale lo squilibrio di un elemento si riflette sugli altri e che va dunque considerato con una visione complessiva.
Le cure per la spalla del nuotatore
La riabilitazione per questa patologia può sembrare faticosa e si potrebbe prolungare per parecchio tempo, ma svolgerla in maniera diligente è l’unico modo per ridurre al minimo le possibilità di recidiva, sia nel caso in cui lo specialista abbia giudicato non necessario ricorrere ad un intervento chirurgico (che di solito consiste nell’acromionplastica e nella riparazione dei tendini), che nell’eventuale fase di recupero dall’intervento stesso.
Altri interventi di carattere terapeutico, come le onde d’urto o le metodologie di medicina rigenerativa, possono talvolta essere utilizzati come supporto, perché alleviano l’infiammazione nel breve o nel medio periodo; non sono tuttavia risolutivi senza l’adozione di una strategia complessiva di trattamento.
Esercizi di prevenzione
Come sanno bene gli atleti professionisti, tutti gli infortuni e le infiammazioni articolari si possono prevenire, minimizzando la possibilità che si sviluppino attraverso un programma di esercizi specifici per aumentare flessibilità e forza dell’articolazione.
Per chi pratica sport che prevedono l’utilizzo intensivo delle braccia o per i pazienti che hanno subito un trauma, per esempio a seguito di un incidente o una caduta, rivolgersi prima a un chirurgo e successivamente ad un fisioterapista specializzato può essere un prezioso aiuto nel ridurre la probabilità di infortuni e quindi prolungare la carriera sportiva.