Le tendiniti calcifiche [morbo di Duplay] o come in passato venivano chiamate le periartriti, sono patologie riguardanti sempre il complesso della cuffia dei rotatori che vengono però invase da calcificazioni.

La diagnosi è apparentemente molto semplice e basata su una radiografia o un’ecografia; il solo reperimento di una calcificazione fa subito emettere diagnosi.

La calcificazione non è però il vero problema, non è quindi l’eziopatogenesi [la causa del problema], ma è un effetto che porta il tendine a calcificarsi.

Generalmente in queste patologie, che sono molto frequenti, si tende a combattere la calcificazione come fosse la causa, anche se spesso tali calcificazioni sono delle vere e proprie lesioni con dis-inserzione del tendine dalla testa omerale, che confluiscono quindi nel grande capitolo delle lesioni tendinee.

Una delle situazioni che più frequentemente mi capita di vedere in ambulatorio è proprio un paziente che ha avuto più episodi di tendiniti calcifiche, trattate molto spesso con onde d’urto, o ancora con la vecchia metodica di infiltrazione di cortisone.

Il beneficio momentaneo non risolve il problema che dopo qualche tempo tenderà a ripresentarsi.

In alcune situazioni venivano anche eseguiti dei lavaggi endoscopici sotto guida ecografica proprio perché la calcificazione veniva considerata come elemento principale del problema.

A differenza delle onde d’urto e dei lavaggi sotto guida ecografica, che si preoccupano essenzialmente di eliminare la calcificazione, la chirurgia artroscopia permette di risolvere la causa del problema, in quanto elimina sì la calcificazione e l’eventuale attrito dell’acromion ricurvo, ma soprattutto ripara il tendine lesionato o disinserito dalla testa omerale.

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