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Questo approfondimento ha l’intenzione di spiegare esattamente come svolgere l’esercizio del pendolo di Codman contro il dolore alla spalla provocato dalla sindrome da impingement.

La sindrome da impingement o conflitto subacromiale è probabilmente la patologia della spalla più diagnosticata.

Oltre a essere molto frequente è anche piuttosto ingannevole poiché, come vedremo nel corso dell’articolo, viene spesso data come unica causa del dolore alla spalla.

La sindrome da impingement è la patologia della spalla che vede intervenire più spesso – come “second opinion” –  gli ortopedici specializzati in chirurgia artroscopica della spalla, poiché la causa del dolore è da ricercarsi in una correlata lesione dei tendini della spalla.

Consiste nella compressione del tendine, fra la testa dell’omero e l’acromiona spalla, del muscolo sovraspinato durante il movimento di sollevamento del braccio e nella fase di ritorno alla posizione iniziale.

Il sovraspintato è uno dei 4 tendini che compongono la cuffia dei rotatori, la struttura articolare della spalla che comprende appunto:

  • il sovraspinato;
  • il sottospinato;
  • il piccolo rotondo;
  • il sottoscapolare.

I sintomi della sindrome da impingement

cuffia dei rotatori dolore alla spalla

I sintomi della sindrome da impingement variano per intensità, ma è possibile classificarli in:

  • dolore alla spalla e al braccio;
  • limitazione dei movimenti e delle funzionalità dell’arto;
  • rigidità nell’esecuzione dei movimenti;
  • dolore notturno in situazione di riposo e sonno difficoltoso;
  • eccessiva stanchezza e nervosismo;
  • atrofia muscolo-tendinea.

Per emettere una diagnosi certa di sindrome da impingement, è corretto validare i sintomi con alcuni esami, come:

  • il test di Neer;
  • il test di Yocum;
  • il test di Jobe.

In seguito, è molto probabile che si renda necessaria anche una risonanza magnetica, una TAC o un’ecografia al fine di valutare la gravità della situazione.

Le soluzioni terapeutiche al dolore alla spalla

Diagnosticata con certezza la sindrome da impingement, il chirurgo ortopedico potrà concordare con il paziente il miglior percorso terapeutico.

Scrivo di proposito la parola concordare perché – come ripeto spesso in studio – paziente e medico sono un team con un obiettivo comune: la guarigione. Il paziente non deve vivere con passività il proprio dolore, ma essere il protagonista dei suoi miglioramente, guidato dal proprio chirurgo che, come un direttore d’orchestra, detta i tempi dell’iter terapeutico.

È evidente che una diagnosi precoce permetterà di “lavorare” su tendini non ancora completamente compromessi, rendendo quindi efficaci le terapie conservative; al contrario se la sindrome da impingement, e la lesione tendinea associata è di grado severo, si dovrà procedere all’intervento chirurgico, argomento che affronteremo nell’ultimo capitolo di questo approfondimento.

Le terapie conservative

dolore spalla esercizi fisioterapia

Le terapie conservative si differenziano e dividono in grandi macro aree: una terapia intelligente può prevedere un utilizzo consequenziale delle varie tecniche, o escluderne alcune.

Le principali tecniche conservative sono:

Il pendolo di Codman: un utile esercizio da fare a casa

Uno degli esercizi per la spalla dolorosa da sindrome da impingement sia in fase di prevenzione che di riabilitazione è sicuramente il pendolo di Codman.

È un esercizio che ha un obiettivo chiaro: aumentare lo spazio tra la testa dell’omero e l’acromion della spalla in modo da permettere ai muscoli e ai tendini – in particolare al sovraspinato – di non essere compressi, scivolare in modo naturale, e alle braccia di compiere movimenti completi senza avvertire dolore.

Per effettuare l’esercizio, bisogna sdraiarsi proni, ossia a pancia in giù, avendo l’accortezza di tenere il braccio fuori dal letto.

Se possibile, sarebbe meglio indossare una polsiera con un peso di circa mezzo chilo; in alternativa è possibile impugnare una bottiglietta d’acqua sempre dello stesso peso.

A questo punto bisogna effettuare dei movimenti circolari, come se il braccio fosse un pendolo, appunto.

Bisogna eseguirlo per circa 2 minuti in senso orario e 2 minuti in senso antiorario, 3 volte al giorno.

Questo esercizio non deve assolutamente provocare dolore; in caso avvertiate fastidi smettete immediatamente e chiedete consiglio al vostro chirurgo ortopedico di fiducia.

In caso stiate effettuando questo esercizio per il recupero post-operatorio, ricordatevi di eseguire dei cerchi molto piccoli

L’intervento chirurgico

Moltissimi ortopedici propongono come soluzione alla sindrome da impingement, l’intervento di acromioplastica che consiste nel limare l’acromion, ripristinando lo spazio più ampio acromion-omerale.

Come scrivevo all’inizio dell’articolo, l’acromioplastica non può essere la soluzione del problema, ma è parte di un intervento che generalmente riguarda la riparazione dei tendini della cuffia dei rotatori.

L’acromionplastica quindi, nella stragrande maggioranza dei casi, non deve essere un atto chirurgico isolato, ma una fase dell’intervento che permette di avere un miglior spazio di scorrimento dei tendini della cuffia dei rotatori.

La risalita della testa omerale conseguente alla lesione tendinea, se risolta attraverso la limatura dell’osso acromiale (acromionplastica appunto) allevia solo per pochi mesi la sintomatologia, portando però i pazienti a provare lo stesso dolore e ad avvertire una forza ridotta per la mancata riparazione della lesione tendinea, spesso conseguente a tale attrito.

Proprio per questo motivo, il chirurgo ortopedico specializzato effettua spesso una procedura che combina la regolarizzazione dell’articolazione acromioclavicolare con la riparazione della cuffia dei rotatori.

Se è possibile, l’intervento si effettua in artroscopia, una tecnica che consente di ridurre l’impatto estetico dell’intervento ed accorciare i tempi della riabilitazione postoperatoria, pur mantenendo l’efficacia della procedura classica “a cielo aperto”.