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L’articolazione fra la scapola e l’omero è responsabile di tutti i movimenti che compiamo con le braccia e deve quindi permettere all’omero, l’osso che sostiene la parte superiore del braccio, un raggio di azione estremamente ampio.

Per questo motivo, l’articolazione è protetta da un robusto sistema di tendini che prende il nome di cuffia dei rotatori, e da tre borse sierose (sottoscapolare, subcoracoidea e subacromiale, la più importante) che servono ad ammortizzare i piccoli traumi e ridurre l’attrito che si genera quando si muove il braccio.

Se qualcuna di queste strutture si danneggia, per via di un incidente, di un colpo o dell’usura dovuta al normale invecchiamento delle cellule nel tempo, è possibile che si manifestino dolore e difficoltà nei movimenti della spalla.

I sintomi e le patologie più comuni

L’intensità del dolore ed il momento in cui si manifesta possono dare alcune indicazioni sulla natura della patologia della spalla, così come il gonfiore e l’arrossamento delle parti anatomiche.

La sindrome da conflitto subacromiale, per esempio, è caratterizzata dalla difficoltà di sollevare il braccio oltre un certo angolo e in generale da una sensazione di debolezza dell’articolazione, mentre nelle lesioni della cuffia dei rotatori, il dolore si intensifica durante gli sforzi fisici.

In ogni caso, non è raro che patologie come queste o le altre che colpiscono l’articolazione scapolo omerale siano presenti contemporaneamente, complicando la diagnosi.

Non sempre è infatti facile stabilire quale sia il problema basandosi solo sui sintomi che il paziente riferisce ed è per questo motivo che esistono una serie di test fisici che possono essere effettuati in sede di visita per aiutare lo specialista, indirizzandolo verso un’ipotesi di diagnosi che andrà poi confermata e studiata in dettaglio attraverso gli esami strumentali.

Test di valutazione della mobilità articolare

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Hanno il fine di valutare l’ampiezza del movimento passivo e attivo di entrambe le spalle, per valutare le eventuali alterazioni sia in difetto che in eccesso.

Si effettuano sia in posizione eretta che da sdraiati sul lettino e servono a determinare eventuali limitazioni o la comparsa di sintomi dolorosi rispetto al singolo movimento (adduzione, abduzione, rotazione, ecc.).

Test di valutazione della stabilità

La tendenza dell’omero a non rimanere nella propria sede naturale, all’interno dell’apposita cavità che si trova all’estremità della spalla, la cavità glenoidea, può essere indicativa di alcuni tipi di patologie.

La stabilità articolare è molto importante: esempi di test che possono essere effettuati a questo scopo sono il test del cassetto anteriore e il test del cassetto posteriore, il Fulcrum test, il relocation test ed il Jerk test.

Nel caso il sospetto infortunio interessi un solo braccio, la comparazione con il risultato dello stesso test effettuato sul braccio “sano” può essere importante nel determinare il grado di compromissione delle strutture articolari.

Test per sindrome da impingement

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Il test di Neer, che prevede l’elevazione passiva del braccio, ed il test di Hawkins, sono i due principali esami fisici utilizzati per confermare o scartare l’ipotesi di una sindrome da impingement.

Un raggio limitato dei movimenti possibili, sia in autonomia che con il supporto di un’altra persona (movimento passivo) è spesso indicativo della presenza di una sindrome da impingement.

Test cuffia dei rotatori

La cuffia dei rotatori è composta da quattro tendini, che fanno capo rispettivamente al muscolo sopraspinato, al muscolo sottospinato, al piccolo rotondo ed al sottoscapolare.

Esistono dei test specifici per indagare la funzionalità e la salute di ognuno di questi quattro tendini:

  • Il test di Jobe serve per il muscolo sopraspinato;
  • Il test di rotazione esterna per il sottospinato;
  • Il test di Patte valuta il muscolo piccolo rotondo;
  • Il test Belly press ed il test Lift off sono utili per il sottoscapolare.

L’importanza della diagnosi e della visita specialistica

L’esistenza di test come quelli che abbiamo descritto non esclude però in modo assoluto la necessità di confermare e dettagliare la diagnosi che è ipotizzata dallo specialista, attraverso l’esecuzione di esami strumentali.

Di solito si effettua la radiografia per verificare la condizione delle strutture ossee, mentre la risonanza magnetica ha lo scopo di osservare eventuali problemi connessi ai tessuti molli (tendini, legamenti, muscoli, borse sierose).

La conferma della diagnosi formulata dallo specialista è fondamentale per il fatto che la spalla è spesso interessata da più d’una di queste patologie contemporaneamente, in modo particolare se queste sono state determinate da un infortunio o se sono state trascurate per qualche tempo.

Inoltre, una diagnosi più accurata permette allo specialista di impostare in maniera molto più precisa la strategia di trattamento, con notevoli vantaggi in termini di efficacia e di rapidità di recupero della piena funzionalità articolare.