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La spalla congelata, o capsulite adesiva, prende il suo nome dal sintomo principale che la contraddistingue, ovvero la progressiva perdita di movimento dell’articolazione.

È una malattia che può avere conseguenze secondarie importanti: spesso, nella fase acuta, il dolore può essere tanto intenso da impedire di dormire la notte.

Per via del suo lungo decorso può inoltre causare problemi alle altre articolazioni, in quanto si assume una postura differente per compensare la perdita di mobilità.

Infine, può portare all’incapacità di concentrarsi e di svolgere i propri compiti quotidiani per via della deprivazione del sonno e della continua assunzione di antidolorifici.

Vediamo in questo articolo quali sono le 3 cose da sapere sulla spalla congelata: introduciamo brevemente la spalla, per comprendere in che modo agisce la capsulite adesiva e proseguiremo con le possibili terapie per curarla.

La spalla congelata

spalla congelata

La spalla congelata o capsulite adesiva è una patologia che colpisce la capsula che protegge l’articolazione, impedendo che i tendini vengano a contatto con le ossa.

Si determina quando l’ispessimento e l’irrigidimento dei tessuti dell’articolazione limitano i movimenti che è possibile compiere con il braccio.

È una condizione patologica che colpisce la capsula articolare, che progressivamente diventa rigida: si formano delle bande di tessuto, dette aderenze, che aumentano l’attrito dell’articolazione fino ad impedire, a chi ne è colpito, di muovere il braccio oltre un certo limite.

Questa patologia si presenta sia nelle fasi di movimento attivo (ovvero in autonomia) sia di movimento passivo (con l’aiuto di un’altra persona).

La capsula, in una situazione normale (non patologica), permette alle ossa, ai tendini ed ai muscoli di scivolare l’uno contro l’altro con un attrito minimo.

Il liquido sinoviale che scorre al suo interno, quasi assente in caso di capsulite adesiva, garantisce sostegno e stabilizzazione, perché evita che le ossa aderiscano agli altri tessuti.

Le cause

In alcuni casi, è molto difficile determinare le cause esatte della spalla congelata o capsulite adesiva.

Tuttavia, fra i fattori che aumentano il rischio di sviluppare questa malattia, possiamo elencare:

  • il diabete, il morbo di Parkinson ed alcune malattie della tiroide;
  • le malattie cardiovascolari, specialmente se causano un afflusso più scarso di sangue alla spalla;
  • l’immobilizzazione forzata dell’arto, per via di fratture, interventi chirurgici o traumi (per esempio, i colpi o gli stiramenti che causano lesioni ai tendini dei rotatori).

Identificare rapidamente la spalla congelata ed affidarsi subito alle cure di uno specialista può ridurre in modo sensibile la durata ed i sintomi della malattia, che tende invece a peggiorare se non è trattata o è trascurata per lunghi periodi di tempo.

I sintomi della spalla congelata

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È una patologia che colpisce prevalentemente nell’arco di età che va dai 40 ai 60 anni ed è più frequente nelle donne che negli uomini.

L’esordio della malattia può avvenire con un dolore improvviso, di solito a seguito di un movimento ampio, che va poi peggiorando nell’arco dei giorni (fase di congelamento).

La diminuzione del movimento passivo è il sintomo che distingue la capsulite adesiva da altre patologie che affiggono la stessa articolazione, come la lesione della cuffia dei rotatori.

Il dolore che deriva dalla spalla congelata è molto fastidioso e di solito è localizzato nella parte superiore dell’articolazione, sul lato esterno, sebbene possa facilmente irradiarsi anche al braccio.

La spalla congelata solitamente segue un decorso che si può riassumere in tre fasi:

  1. la fase detta di “raffreddamento”, durante la quale la spalla perde progressivamente mobilità ed il dolore aumenta. Può durare da sei settimane a nove mesi;
  2. la fase detta “congelamento”, durante la quale il dolore migliora leggermente ma la rigidità articolare è al massimo. Il raggio dei movimenti possibili è minimo e in genere si verifica dai quattro ai nove mesi;
  3. la fase detta di “disgelo”, dalla durata molto variabile (fra i sei mesi ed i due anni), durante la quale il dolore e la rigidità dell’articolazione si risolvono lentamente.

Il trattamento antinfiammatorio e una corretta fisioterapia sono essenziali per la risoluzione definitiva della capsulite adesiva e possono influenzare notevolmente la durata della fase di “disgelo”.

Le cure per la spalla congelata

La capsulite adesiva può essere trattata in vari modi, a seconda dell’intensità del dolore, dell’età del paziente e della sua costanza nell’effettuare le terapie mediche e la fisioterapia.

Prima di tutto, è necessario identificare (se esiste) la causa primaria della patologia, che deve essere trattata per evitare di vanificare il lungo percorso di trattamento con una ricaduta.

Trattamento conservativo

Il trattamento standard prevede la somministrazione di farmaci antinfiammatori per tutta la durata della malattia e la fisioterapia, specialmente durante la seconda e la terza fase (“congelamento” e “disgelo”).

Per contrastare il dolore e la rigidità articolare, quando viene diagnostica precocemente la spalla congelata, si possono attuare degli esercizi per l’allungamento muscolare, il rinforzo dell’articolazione ed esercizi propriocettivi.

Potete approfondire la parte relativa agli esercizi e al loro svolgimento in questo articolo.

Intervento chirurgico per la spalla congelata

È possibile in molti casi risolvere il problema senza l’ausilio di trattamenti chirurgici.

La chirurgia artroscopica può d’altra parte essere una soluzione ottimale, perché in alcuni casi permette la manovra di liberazione della capsula.
La chirurgia può inoltre essere indicata per le eventuali lesioni dei tendini che a volte possono accompagnarsi alla spalla congelata.