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Sollevare il braccio sopra la spalla è un gesto che compiamo quotidianamente, senza renderci conto di quanto sia complessa la struttura di ossa, muscoli e tendini che si mette in moto ogni volta.

La spalla è un sistema i cui elementi si devono trovare in perfetto equilibrio fra loro per permettere al braccio un raggio di movimenti così ampio.

Per fortuna, tali elementi sono piuttosto resistenti e riescono a sopportare molto bene le sollecitazioni cui li sottoponiamo durante la vita di ogni giorno.

Nel caso in cui questo equilibrio si deteriori, per via di un trauma, di un carico di lavoro eccessivo o del normale processo d’invecchiamento cellulare dovuto all’avanzare dell’età, si può andare incontro a diverse patologie e condizioni, i cui sintomi talvolta influenzano significativamente la qualità della vita.

Che cos’è la spalla congelata?

Fra queste, una delle più frequenti è la capsulite adesiva, che viene comunemente detta anche spalla congelata.

Si tratta di una condizione patologica causata dall’infiammazione e dal conseguente ispessimento dei tessuti molli che circondano l’articolazione fra scapola ed omero. Come un lembo di tessuto eccedente che s’incastra fra due ingranaggi, la spalla congelata causa l’irrigidimento dell’articolazione e determina una limitazione dei movimenti che è possibile effettuare con il braccio che ne è interessato.

Le fasi di spalla congelata

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La patologia si può idealmente classificare a seconda delle fasi che ho descritto qua sotto e che si succedono quando non viene trattata tempestivamente ed in modo adeguato.

La spalla congelata in questo caso spesso non si riesce a risolvere in modo veloce: possono essere necessari molti mesi di trattamento. Le varie fasi si alternano, spesso seguendo proprio l’ordine in cui le ho menzionate di seguito:

  1. prima fase: in molti casi la perdita di mobilità riguarda il movimento di extrarotazione. Il dolore si manifesta gradualmente, soprattutto di notte, in assenza di un trauma o di uno sforzo fisico. Può durare fino a 90 giorni circa;
  2. seconda fase: vede un’intensificazione del dolore, che è spesso presente anche a riposo. I movimenti sono limitati in tutte le direzioni e può durare a lungo, anche più di 180 giorni.
  3. terza fase: i muscoli sono interessati da questa fase. Il loro adattamento alla ridotta mobilità articolare porta alla compensazione con un aumento di mobilità della scapola; contemporaneamente, i muscoli della spalla cominciano ad atrofizzarsi e perdere massa, per via dell’inattività.
    Se la diagnosi è ritardata fino a questa fase, essa può diventare ancora più lunga della precedente (fino a 12-16 mesi), ma soprattutto può causare danni importanti all’intero complesso articolare, cui non si può più rimediare senza ricorrere ad un intervento chirurgico.
  4. quarta fase: il dolore può diminuire. Contemporaneamente, si verifica un ulteriore aumento della limitazione dei movimenti: l’impedimento anatomico si è consolidato. In questa fase l’errore più comune è ridurre l’impegno nella riabilitazione, perché la diminuzione del dolore può suggerire l’errata percezione che il problema sia risolto o vicino alla soluzione. In realtà anche questa fase può durare più di un anno, specialmente se il paziente non s’impegna a sufficienza nella riabilitazione.
  5. quinta fase: detta di “scongelamento” porta ad una ripresa lenta e costante dell’elasticità articolare, perché il dolore è ormai definitivamente scomparso. Anche in questo caso, la rapidità con la quale questa fase si risolve dipende in buona misura dall’impegno del paziente.

Le cause della spalla congelata

Esistono molti fattori che predispongono alla comparsa della spalla congelata e che non di rado concorrono fra loro nel creare le condizioni ideali per il suo sviluppo.

Ecco alcuni fra i più comuni:

  • immobilità forzata dell’articolazione;
  • patologie traumatiche che colpiscono spalla o braccio;
  • lesione o calcificazioni dei tendini della cuffia dei rotatori;
  • stress e ansia, che influenzano il rilassamento muscolare;
  • malattie reumatiche o del metabolismo.

La diagnosi clinica della spalla congelata

La spalla congelata è una patologia facile da identificare: la peculiare limitazione dei movimenti che ne consegue la rende abbastanza inconfondibile.

Al contrario, non è sempre facile individuare con esattezza la vera origine dell’infiammazione che ha condotto il paziente a sviluppare la capsulite adesiva, un elemento molto importante al fine di adottare la corretta strategia di trattamento per risolverla più rapidamente possibile.

La visita e gli eventuali accertamenti strumentali si debbono quindi concentrare sull’identificazione delle cause: se questo obiettivo non viene raggiunto, è più probabile che il paziente incorra in una recidiva anche se il problema viene risolto nel breve periodo.

La terapia conservativa: gli esercizi di prevenzione

fisioterapia spalla

 

Quando viene diagnosticata in modo tempestivo, la spalla congelata può essere trattata senza che sia necessario ricorrere a procedure invasive come un intervento chirurgico.

La riabilitazione fisica, combinata con la somministrazione di farmaci antiinfiammatori è spesso efficace nel trattamento del problema, specialmente nelle sue prime fasi.

Di seguito, spiego brevemente i tre tipi di esercizi che si utilizzano durante questa fase e che possono essere utili anche per la prevenzione del problema.

Gli esercizi di allungamento muscolare

Questi esercizi debbono essere effettuati quotidianamente, per almeno 10-15 minuti.

Servono a recuperare gradualmente l’elasticità articolare. Sono particolarmente importanti gli esercizi che riguardano l’elevazione passiva anteriore e l’extrarotazione. Per essere pienamente efficaci, gli esercizi di allungamento muscolare debbono essere eseguiti fino al raggiungimento della soglia del dolore, ma senza superarla mai.

Gli esercizi di rinforzo muscolare

Questi esercizi sono da praticare solamente quando il paziente ha recuperato sufficiente elasticità articolare, ovvero quando il raggio dei movimenti che è possibile effettuare con la spalla sia stato ripristinato almeno in parte.

Mano a mano che il paziente sente aumentare la solidità e la forza della spalla, aumenterà il carico di lavoro relativo all’esercizio.

Gli esercizi propriocettivi

Questo tipo di esercizi è concepito per riabituare la spalla all’irregolarità delle piccole sollecitazioni che possono manifestarsi nella vita di ogni giorno.

Possono essere affiancati gradualmente agli esercizi di rinforzo muscolare non appena il paziente riacquisisce la forza necessaria al loro svolgimento.

In generale, per il pieno successo della riabilitazione è molto rilevante completare il programma e non sospendere gli esercizi non appena si recupera la funzionalità necessaria alle proprie esigenze quotidiane.