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La combinata nordica è una disciplina che riunisce due specialità dello sci nordico.

I concorrenti gareggiano infatti sia nello sci di fondo che nel salto con gli sci. Inventata alla fine del XIX secolo in Norvegia, la disciplina è molto popolare nei paesi scandinavi ma anche in Germania, in Austria ed in Giappone.

In Italia non sono invece moltissime le persone che praticano questo spettacolare sport ma, a dispetto della carenza di praticanti, esistono comunque alcuni atleti di livello internazionale.

Chi è Alessandro Pittin

Il più importante fra questi è senza dubbio Alessandro Pittin, giovane sportivo friulano che è stato il primo italiano a vincere una medaglia olimpica in questa disciplina, alle olimpiadi invernali di Vancouver del 2010.

Alessandro è un ragazzo di notevole tenacia, che ha avuto grandi successi fin da giovanissimo, visto che è stato campione del mondo di combinata nordica, sia nell’edizione 2008 che in quella 2009 dei mondiali juniores di sci nordico.

Nel 2009 ha addirittura vinto entrambi i titoli in palio (gara da 5 km e gara da 10 km)!

L’infortunio ad Alessandro Pittin (la frattura del tubercolo maggiore)

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Durante la stagione 2011-2012, due cadute successive dal trampolino hanno purtroppo messo seriamente a rischio la sua carriera sportiva.

Il ragazzo ha subito la lussazione della spalla e la frattura del tubercolo maggiore, una delle due protuberanze ossee che caratterizzano la testa dell’omero, l’osso che sostiene la muscolatura del braccio.

Per un’atleta come Alessandro, che ha bisogno che le spalle, e i loro muscoli, siano in condizioni perfette specialmente per le prove di sci di fondo, incorrere in un simile infortunio è una faccenda estremamente delicata.

Il ragazzo sapeva già che la sua stagione agonistica era finita e, su consiglio dei medici sportivi, si rivolse all’équipe di cui facevo parte, per poter ottenere il miglior recupero funzionale in vista della successiva stagione.

Che cos’è una lussazione della spalla?

Il termine lussazione si usa per indicare uno spostamento non transitorio delle superfici articolari. Nel caso della spalla, l’omero è normalmente alloggiato all’interno della cavità glenoidea, che è posta all’estremità della spalla ed ha proprio la funzione di stabilizzare l’articolazione.

Quando la testa dell’omero esce dalla sua sede all’interno della cavità glenoidea, tutta la struttura, che sostiene l’articolazione ed è composta da muscoli e tendini, ne risente e può risultare danneggiata.

Per questo motivo, se si sospetta una lussazione della spalla è molto importante rivolgersi ad uno specialista che sia in grado di trattare il problema nel suo complesso.

La lussazione della spalla ha molto spesso la sua origine in un trauma come un colpo ricevuto o un movimento forzato ed innaturale dell’articolazione. In alcuni casi, per i quali si parla d’instabilità di spalla dovuta alla lassità dell’articolazione, la testa dell’omero può invece uscire dalla sua sede per un movimento banale o per l’effetto del solo peso dell’arto.

Cause e sintomi della lussazione alla spalla

Il dolore che il paziente sperimenta a seguito di una lussazione può essere molto intenso, specialmente quando capita per la prima volta.

La sensazione che sperimentano la maggior parte delle persone che incorrono in questo infortunio è la quasi totale impossibilità di movimento del braccio interessato; di solito la spalla assume una conformazione evidentemente diversa da quella naturale.

La lussazione della spalla nella gran parte dei casi avviene per via di un trauma e può essere quindi facilmente collegata ad altri danni delle strutture articolari, come fratture, strappi o lesioni di muscoli e legamenti e danni al tessuto cartilagineo.

In alcuni casi, tuttavia, la lussazione può verificarsi anche per via dell’estrema lassità dell’articolazione, che di solito è determinata da traumi precedenti.

Cos’è la frattura del tubercolo maggiore

Un importante trauma, come ad esempio la caduta nella quale è incorso Alessandro Pittin, può causare anche danni alle ossa.

Il tubercolo maggiore si sviluppa in direzione laterale rispetto all’omero ed ha la funzione di supportare tre dei quattro capi terminali dei tendini che formano la cuffia dei rotatori. Non è quindi raro che la sua rottura si possa accompagnare alla lussazione della spalla, specialmente se è avvenuta a causa di una caduta nella quale braccio e spalla sono coinvolti.

Proprio la delicata funzione che questa piccola escrescenza di tessuto osseo assolve nel supportare il movimento delle braccia, rende importantissimo che sia trattato da mani esperte, in grado di garantire la perfetta guarigione dell’omero.

La stabilità della cuffia dei rotatori è infatti essenziale perché i muscoli siano in grado di trasmettere forza agli arti superiori, rendendoli capaci di compiere l’ampio raggio di movimenti che ci permettono di svolgere le nostre azioni di ogni giorno.

L’intervento chirurgico ad Alessandro

Nel caso di Alessandro è banale spiegare i motivi per cui la buona riuscita della procedura chirurgica rivestiva un’importanza doppia: un buon esito, oltre a permettergli di tornare ad utilizzare il braccio interessato dall’infortunio nella vita di tutti i giorni, era cruciale affinché la sua carriera sportiva potesse proseguire ai medesimi livelli.

La salute delle spalle è essenziale per qualsiasi sportivo e per un fondista è addirittura indispensabile.

Quel che più ha aiutato il ragazzo nel recuperare è che, come atleta, capiva molto bene come la riabilitazione della piena funzionalità del braccio non derivi solamente dalla perizia dell’équipe chirurgica.

Infatti, se la buona riuscita dell’intervento è indispensabile, il risultato dipende quasi altrettanto dall’impegno che il paziente mette nel seguire le indicazioni che gli sono prescritte per la riabilitazione.

Per fortuna, Alessandro è abituato al duro lavoro fisico e questa fase per lui è stata molto semplice!

Le vittorie successive

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Sono orgoglioso di poter affermare che il risultato dell’intervento ha permesso ad Alessandro Pittin di tornare ai massimi livelli nella combinata nordica, dal momento che ha partecipato ai campionati del mondo della sua specialità che si sono tenuti in val di Fiemme nel febbraio del 2013, meno di un anno dopo il suo infortunio.

In quell’occasione non è andato oltre il settimo posto ma due anni dopo, nel 2015, è tornato sul podio cogliendo uno storico argento ai mondiali di Falun, in Svezia.

Mi sento un po’ campione anch’io!

Consentitemi di dirlo: il bel rapporto che ho sviluppato con Alessandro nei giorni dell’intervento mi ha fatto scoprire un bello sport, sul quale, lo devo ammettere, in precedenza non ero molto preparato.

Ho cominciato a seguire le sue imprese a distanza, attraverso la televisione e, quando l’ho visto salire di nuovo sul podio mondiale, non ho potuto fare a meno di sentirmi un po’ campione insieme a lui!