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Questo articolo analizza i migliore 3 esercizi per lenire il dolore dovuto al conflitto subacromiale.

L’acromion è una parte anatomica del corpo umano, corrispondente alla parte terminale della spina della scapola; si protende anteriormente con forma vagamente uncinata e forma con la clavicola l’articolazione acromioclavicolare, che consente lo scivolamento della clavicola stessa ed il movimento di rotazione della scapola.

Nello spazio che esiste fra l’acromion e la testa dell’omero, l’osso che sostiene la parte superiore del braccio, scorrono i tendini che formano la cuffia dei rotatori, il complesso muscolo-tendineo che serve a stabilizzare l’articolazione fra scapola e braccio.

Questa è ovviamente fondamentale per compiere moltissime azioni ed è particolarmente delicata per via della grande varietà di movimenti che deve permettere.

Il conflitto sub acromiale

Il conflitto subacromiale è una condizione nella quale il tendine del muscolo sopraspinato, uno dei quattro che formano la cuffia dei rotatori, provoca dolore perché viene compresso fra la testa dell’omero e l’acromion durante il movimento di sollevamento del braccio.

In condizioni normali, la compressione è lieve e non causa, ovviamente, alcun sintomo. Se sollevare il braccio oltre una certa angolazione diventa doloroso il problema può derivare da vari fattori:

  • traumi precedenti;
  • infiammazione dei tendini;
  • artrosi;
  • borsite;
  • formazione di osteofiti,

sono tutte possibili cause del conflitto subacromiale.

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I sintomi della sindrome da conflitto subacromiale

I sintomi della sindrome da impingement possono variare significativamente, per intensità e tipo, a seconda della gravità della condizione patologica:

  • il dolore alla spalla è sempre presente quando il braccio viene sollevato ma può mutare la sua intensità e manifestarsi anche a riposo, impattando sulla qualità di vita quando disturba o rende difficile prendere sonno.
  • la limitazione del movimento possibile, sia quando il braccio è mosso attivamente che quando è spostato passivamente, può intervenire durante il corso della malattia e diventare sempre più importante, fino a portare [nei casi più gravi] alla totale rigidità del braccio.
  • quando si giunge a questo stadio della patologia, se essa non viene ancora trattata propriamente si può verificare l’atrofia muscolare, che porta lentamente all’anchilosi dell’arto stesso.

Per un diagnosi certa di impingement è comunque necessaria una visita specialistica, sia allo scopo di confermare il sospetto che con il fine di studiarne le probabili cause, senza comprendere le quali non è possibile risolvere la situazione.

Durante la visita, lo specialista esamina attentamente la parte anatomica, ascolta i sintomi riferiti dal paziente ed effettua una serie di test fisici sul paziente stesso, per verificare il grado di funzionalità delle articolazioni e formulare la migliore strategia da seguire per il trattamento.

Sindrome da impingement e infiammazione della cuffia dei rotatori

La principale causa dell’infiammazione è l’attrito dovuto al restringimento dello spazio nel quale i tendini scorrono.

Questo può essere aggravato da alcuni fattori come la conformazione naturale delle ossa, la presenza di calcificazioni sui tendini ed i traumi, piccoli o grandi, cui quotidianamente sottoponiamo il complesso articolare della spalla.

Lo stato d’infiammazione, se trattato per tempo, nella maggioranza dei casi può comunque essere risolto con il riposo e l’assunzione di antinfiammatori, o attraverso terapie conservative.

Se la situazione non è presa in seria considerazione, tuttavia, questa condizione patologica evolve naturalmente verso il danneggiamento e la rottura dei tendini della cuffia dei rotatori, che costringe il paziente all’intervento chirurgico e ad affrontare una riabilitazione faticosa, con tempi di recupero certamente più lunghi.

conflitto subacromiale esercizi

Le cause della sindrome da impingement

Le cause del conflitto subacromiale possono essere molte e non di rado è una combinazione fra esse a determinare l’insorgenza della condizione.

La particolare anatomia delle ossa è senz’altro un fattore che predispone. Stessa cosa si può dire per i traumi precedenti o lo svolgere un lavoro usurante per le spalle: muratori, imbianchini, meccanici e traslocatori sono spesso colpiti dalla sindrome da impingement.

Lo stesso discorso vale ovviamente per gli sportivi che praticano discipline particolarmente stressanti per le braccia come ad esempio il volley, il canottaggio o il sollevamento pesi.

Gli esercizi per la sindrome da conflitto

Come spesso capita, la migliore arma contro questa patologia è la prevenzione; proprio per questo, ho elencato qui sotto tre esercizi che sono certamente molto utili per prevenire la sindrome da conflitto e, più in generale, per rinforzare la muscolatura della spalla in modo equilibrato.

1° esercizio

La mia prima scelta è un esercizio per rinforzare il muscolo gran dorsale. Si effettua con un elastico, che va fissato ad una spalliera o comunque ad un supporto sicuro, situato sopra il livello della spalla. L’esercizio inizia in piedi, con la fronte rivolta al supporto sul quale è fissato l’elastico; il braccio è sollevato ma non fino ad essere parallelo al terreno e la mano impugna l’elastico stesso.

A questo punto, tenendo il braccio teso è necessario tirare progressivamente l’elastico fino a quando il braccio della mano che lo impugna non sia perpendicolare al terreno (per intendersi, vicino alla coscia) e poi rilasciare gradualmente, fino a tornare alla posizione iniziale. In questo esercizio è importante tenere il tronco dritto e non inclinarlo in avanti o all’indietro.

2° esercizio

L’esercizio numero due è piuttosto simile ma viene effettuato lateralmente. Sempre con l’elastico fissato in posizione superiore all’altezza della spalla, si effettua lo stesso lento movimento di trazione e rilascio ma con il corpo messo perpendicolarmente rispetto al supporto sul quale l’elastico è fissato. Per questo esercizio non è necessario portare il braccio fino ad essere parallelo con il terreno ma è possibile fermarsi un poco prima.

Anche in questo caso, è indispensabile tenere il tronco dritto e non piegarlo lateralmente, né in direzione della spalliera, né dalla parte opposta. Questo esercizio è utile a rinforzare il muscolo grande pettorale, che serve per il movimento di adduzione del braccio.

3° esercizio

Il terzo ed ultimo esercizio prevede invece che l’elastico sia fissato alla spalliera all’altezza della vita. Sempre tenendo il busto fermo ma con il gomito puntato contro la vita e le spalle nella stessa posizione dell’esercizio precedente, ruoteremo il braccio verso l’interno, descrivendo un arco di circa 90° fino a portare la mano davanti alla pancia, per poi riportarlo gradualmente nella posizione iniziale.

Inutile dire che anche per questo esercizio l’immobilità del tronco è indispensabile per fare in modo che esso sia davvero utile a rinforzare il movimento di rotazione.