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La spalla congelata è una patologia infiammatoria molto dolorosa della spalla.

Ma perché, se solitamente un’infiammazione viene associata al caldo, in questo caso avviene il contrario e addirittura si associa al congelamento?

Presto detto: l’infiammazione causa un ispessimento dei tessuti così doloroso che il nostro organismo mette in atto un vero e proprio meccanismo di autodifesa che di fatto blocca, congela, la spalla, prevenendo l’aggravarsi della lesione.

In questo utile approfondimento analizziamo il percorso terapeutico, ricercando il giusto “mix” tra terapie conservative, farmaci, terapie fisiche e fisioterapia, e l’intervento chirurgico in artroscopia, stimando anche i tempi di recupero.

La spalla congelata

spalla congelata

La spalla congelata è una patologia che fa avvertire un irrigidimento dell’articolazione dovuta all’inspessimento dei tessuti che limitano il movimento della spalla.

Si paragona al congelamento per il graduale blocco dell’articolazione della spalla, è abbastanza frequente, e può verificarsi in correlazione ad una patologia primaria, come il diabete, o in relazione alla somatizzazione di alcune patologie psicologiche.

La spalla rigida o congelata può anche essere correlata a una patologia secondaria come una lesione tendinea, della cuffia dei rotatori.

Diventa quindi un meccanismo di autodifesa messo in atto dall’organismo che previene l’aggravarsi della lesione di fatto bloccando la spalla.

Tutte le lesioni che interessano la cuffia dei rotatori, il labbro glenoideo e gli altri elementi anatomici che fanno parte del complesso articolare sono ovviamente collegate alla spalla congelata, anche se spesso è difficile, per lo specialista, stabilire se un danno ai tessuti sia la causa o l’effetto dell’infiammazione.

Nel caso sia diagnosticata una lesione alla cuffia dei rotatori, essa dovrà essere riparata: la spalla è un sistema interdipendente, nel quale la rottura di un elemento causa squilibri che, nel tempo, causano danni a tutti gli altri tessuti ad essi collegati.

I sintomi della spalla congelata

Di solito, il paziente con diagnosi di spalla congelata non riesce a sollevare il braccio oltre una certa altezza e può avvertire un dolore più o meno intenso nel muovere l’arto.

Il dolore, inizialmente legato ai movimenti della spalla, dopo qualche tempo si manifesta anche a riposo, specialmente durante l’inattività (per esempio di notte).

Ma perché, se solitamente un’infiammazione viene associata al caldo, in questo caso avviene il contrario e addirittura si associa al congelamento?

Presto detto: l’infiammazione causa un ispessimento dei tessuti così doloroso che il nostro organismo mette in atto un meccanismo di autodifesa che di fatto blocca – congela – la spalla, prevenendo l’aggravarsi della lesione.

Le 3 fasi della spalla congelata

sindrome spalla congelata

I sintomi sono quindi d’intensità variabile a seconda della fase della patologia nella quale il paziente si trova: la spalla congelata è caratterizzata infatti da tre distinte fasi.

Raffredamento

Durante la prima (detta di “raffreddamento”) il dolore e la limitazione dei movimenti aumentano progressivamente nel corso dei giorni, fino a diventare intensi. Al termine di questa fase, che dura da 2 a 9 mesi, il dolore può essere tanto intenso da non permettere il riposo al paziente.

Congelamento

La seconda fase (chiamata “spalla congelata”) si definisce con un alleviamento dei sintomi dolorosi, che spesso convince il paziente d’essere sulla via della guarigione e gli fa abbandonare il trattamento. Nulla di più sbagliato: non seguire diligentemente le indicazioni del fisioterapista può infatti allungare sensibilmente i tempi di recupero del paziente, che era avviato alla guarigione.

Scongelamento

La terza fase, detta di “scongelamento”, prevede un lento e progressivo miglioramento di dolore e rigidità. Per abbreviare questa fase, che può durare da sei a diciotto mesi, è importante effettuare gli esercizi di riabilitazione.

Le cause della spalla congelata

La spalla congelata, come ho accennato, è causata dall’infiammazione dei tessuti. Esistono molti fattori che possono determinare tale infiammazione:

  • traumi piccoli e grandi possono danneggiare i tessuti e turbare l’equilibrio di forze necessario al corretto funzionamentoi dell’articolaizone. A volte, l’infiammazione può essere conseguenza di un trauma anche se questo è avvenuto molti mesi prima;
  • lavoro usurante ed allenamento fisico eccessivo possono contribuire ad usurare i tessuti e le superfici articolari. Sollevare carichi sopra la testa e svolgere attività che prevedono lunghi periodi con le braccia alzate sono importanti fattori di rischio per la spalla congelata;
  • alcune malattie del metabolismo (come il diabete) o del sistema cardiocircolatorio possono essere un fattore di rischio, perché diminuiscono l’afflusso di sangue ai tessuti;
  • un lungo periodo di immobilizzazione (per un infortunio o per una patologia non collegata) può indebolire i muscoli ed i tendini, favorendo l’infiammazione.

La diagnosi

Proprio per questo motivo è fondamentale, non appena si sospetta di avere la spalla congelata o si avverte un dolore insolito e prolungato, rivolgersi ad uno specialista qualificato, che esaminerà il paziente con attenzione e prescriverà gli esami necessari per avere un quadro completo della situazione e formulare la strategia più appropriata per trattare la patologia.

Anamnesi

Il primo approccio, proprio come nell’esempio di Paola, sarà ascoltare i sintomi e le circostanze che il paziente riferisce, per poi procedere ad una serie di test fisici volti a formulare la diagnosi di spalla congelata.

Esami di imaging

L’ipotesi dovrà poi essere verificata attraverso esami strumentali come la TAC, l’ecografia e la radiografia.

Questo passaggio è indispensabile: se vi fossero danni ai tessuti, un trattamento conservativo potrebbe non essere sufficiente nel prevenire una rapida ricaduta nella patologia.

I rimedi per la spalla congelata

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I trattamenti conservativi sono infatti sempre utilizzati nella risoluzione della spalla congelata ma, in alcuni casi, devono necessariamente essere affiancati da un trattamento chirurgico.

FANS

I Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei sono efficaci nel combattere dolore ed infiammazione della spalla congelata e non hanno importanti effetti secondari: per questo si utilizzano nelle fasi più “blande” della malattia e nei casi in cui questa si manifesta in forma molto lieve.

Corticosteroidi

Si tratta di farmaci antinfiammatori più potenti ed efficaci ma che, per via di effetti secondari più marcati, possono essere prescritti solo nelle fasi più acute della patologia, per un periodo di tempo limitato.

Fisioterapia

spalla congelata esercizi

La riabilitazione sarà inizialmente assistita ed in seguito, durante la fase di “scongelamento”, da eseguire in autonomia.
È l’elemento più importante per ottenere un recupero soddisfacente della funzionalità della spalla; i pazienti che non hanno tessuti danneggiati si fermano qui e non dovranno affrontare l’intervento chirurgico.

Intervento chirurgico per la spalla congelata

Il benefico fisioterapico è molto spesso limitato perché la rigidità della spalla è sempre correlato ad una causa patologica diversa.

Il trattamento chirurgico della spalla congelata consiste nella maggior parte dei casi nella liberazione a 360° della capsula e nella riparazione chirurgica delle eventuali lesioni tendinee.

Quando possibile, si affronta con procedura artroscopica, che permette di minimizzare l’impatto estetico delle cicatrici e di accelerare i tempi di recupero dall’intervento.

Se la spalla congelata è associata, come detto in precedenza, a una lesione tendinea, è possibile comunque risolvere entrambe le patologie in un unico atto operatorio.

In buone mani chirurgiche e in buone mani fisioterapiche si può dunque eseguire, in un unico atto sia la riparazione del tendine, quindi la causa principale che porta al blocco della spalla, sia “sbloccare” la spalla stessa.