Gli esercizi per la periartrite alla spalla sono fondamentali per minimizzare il dolore, e se utilizzati con costanza, hanno un’efficacia sorprendente, spesso superiore a quella degli stessi antidolorifici.
Possono essere effettuati anche in ottica di prevenzione, allo scopo di rinforzare la muscolatura e diminuire quindi la possibilità che un sovraccarico o un trauma “accendano” l’infiammazione.
L’indicazione più importante, che vale per ogni singolo esercizio, è quella di non “forzare”, compiendo i movimenti solo fino all’ampiezza di cui siamo capaci senza sentire dolore.
I risultati si dovrebbero apprezzare pienamente dopo le prime 4-6 settimane di applicazione quotidiana.
La periartrite alla spalla
La periartrite alla spalla, detta anche periartrite scapolo omerale, può essere una condizione molto fastidiosa, provoca infatti un forte dolore alla spalla che può però essere gestito, almeno nella sua fase iniziale, attraverso degli esercizi di riabilitazione.
Come avviene per molte cose della nostra vita, spesso ci rendiamo conto di quanto sia fondamentale la spalla per le nostre attività quotidiane solamente quando non funziona come dovrebbe.
Attività che normalmente diamo per scontate, come vestirsi, lavarsi o guidare, diventano molto più difficili o addirittura impossibili quando si manifestano dolore e limitazione delle possibilità di movimento.
In questo articolo vi descriverò degli esercizi che possono aiutarvi nella gestione del dolore, ma prima vediamo brevemente cosa si intende per periartrite.
In medicina si parla di periartrite per indicare l’infiammazione dei tessuti molli (muscoli, tendini, legamenti, borse sinoviali, ecc.) che supportano qualsiasi articolazione mobile.
Dal momento che l’articolazione più colpita è quella scapolo-omerale, nel linguaggio comune il termine viene spesso utilizzato come sinonimo di periartrite scapolo-omerale.
Periartrite scapolo omerale
È una condizione patologica che causa l’infiammazione dei tessuti molli dell’articolazione scapolo omerale che proteggono e stabilizzano l’articolazione scapolo-omerale.
La cavità glenoidea è un’escrescenza ossea che serve ad alloggiare la testa dell’omero; è protetta internamente dalle borse sinoviali, che impediscono l’attrito fra la testa dell’omero e la scapola ed è circondata esternamente dalla cuffia dei rotatori, il complesso di tendini dei muscoli che servono a muovere il braccio stesso.
Quando questi elementi anatomici si infiammano, si parla appunto di periartrite scapolo-omerale.
4 forme cliniche di periartrite scapolo omerale
Normalmente, la periartrite alla spalla viene classificata in una delle quattro forme riconosciute dal punto di vista scientifico, a seconda dei sintomi rilevati.
La classificazione influenza la strategia che il medico specializzato adotterà per il trattamento della patologia.
Bisogna comunque sottolineare che la patologia può evolvere da una forma all’altra in modo relativamente rapido, rendendo necessaria la rivalutazione della terapia selezionata.
- La periartrite scapolo-omerale acuta esordisce con un dolore improvviso, che blocca la spalla e che tende da subito a peggiorare nelle ore notturne. Con l’aiuto di uno specialista può essere risolta in modo relativamente semplice;
- La periartrite scapolo-omerale cronica semplice: il dolore cresce in modo graduale, disturbando anche il riposo notturno e la guarigione è più lenta rispetto alla forma acuta;
- La periartrite scapolo-omerale cronica anchilosante è considerata l’evoluzione più avanzata della forma acuta, che si manifesta specialmente nelle persone anziane. Il dolore è costante ma la spalla di solito non è completamente bloccata;
- La cosiddetta “spalla di Milwaukee” è la forma più rara e colpisce abitualmente le donne in età avanzata. È caratterizzata da un forte dolore, cui segue una perdita totale della funzionalità della spalla. Non è raro che sia necessario un intervento chirurgico per risolverla.
I sintomi e le cause della periartrite alla spalla
Il sintomo principale per riconoscere la periartrite è il dolore: se la situazione non viene trattata tempestivamente, il dolore può diventare costante e disturbare il riposo del paziente, con un conseguente peggioramento della sua qualità di vita.
Le cause dell’infiammazione possono essere differenti e talvolta non è semplice dire quale sia quella prevalente.
Esistono comunque una serie di fattori di rischio che aumentano significativamente la possibilità di sviluppare l’infiammazione alla spalla:
- infortuni e traumi, anche se si sono verificati nel passato, possono creare squilibri muscolari che favoriscono l’infiammazione;
- movimenti ripetuti o continuati del braccio sono un possibile fattore di rischio. Sono spesso causati dall’attività professionale o da quella sportiva;
- assumere posture scorrette nel tempo ha un effetto simile a quello degli infortuni nel determinare gli squilibri responsabili della periartrite;
- età avanzata e la carenza di esercizio fisico possono diventare un fattore di rischio (non solo per questa patologia) per via dell’usura cui l’articolazione va naturalmente incontro. Le donne sono particolarmente esposte a questo tipo di fattore.
Gli esercizi per la periartrite alla spalla
Come già accennato, nelle sue forme iniziali, gli esercizi per la periartrite alla spallasono fondamentali per minimizzare il dolore della periartrite alla spalla, e se utilizzati con costanza hanno un’efficacia sorprendente, spesso superiore a quella degli stessi antidolorifici.
Possono essere effettuati anche in ottica di prevenzione, allo scopo di rinforzare la muscolatura e diminuire quindi la possibilità che un sovraccarico o un trauma “accendano” l’infiammazione.
L’indicazione più importante, che vale per ogni singolo esercizio, è quella di non “forzare”, compiendo i movimenti solo fino all’ampiezza di cui siamo capaci senza sentire dolore.
I risultati si dovrebbero apprezzare pienamente dopo le prime 4-6 settimane di applicazione quotidiana.
Esercizio 1
Per primo, illustrerò un esercizio personalizzabile, che ha una notevole efficacia e che è possibile ripetere anche più volte al giorno.
Prima di tutto, è indispensabile identificare il movimento critico, che ci causa più dolore e che svolgiamo con un raggio limitato.
I movimenti critici possono essere:
- flessione (sollevamento del braccio verso avanti);
- estensione (movimento del braccio a riposo verso dietro);
- abduzione (apertura del braccio verso l’esterno);
- intrarotazione (rotazione della spalla verso avanti);
- extrarotazione (rotazione della spalla verso dietro).
Una volta individuato il movimento più problematico, baseremo l’esercizio sullo stesso movimento, effettuato però in una posizione semplificata:
- la flessione va eseguita appoggiando la schiena al pavimento, favorita dalla forza di gravità;
- lo stesso discorso vale per l’estensione;
- anche l’abduzione si effettua da sdraiati, facendo attenzione a rivolgere il pollice verso l’alto;
- l’intrarotazione può essere praticata con il braccio in fuori ed il gomito piegato a 90°;
- l’extrarotazione andrebbe invece effettuata utilizzando la posizione sdraiata, con il braccio lungo il fianco.
È importante fare più sessioni di circa un minuto, intervallate da un riposo adeguato (almeno 1-3 minuti).
Esercizio 2
Questo esercizio, come quelli a seguire, vanno eseguiti con maggiore cautela: il dolore durante l’esercizio deve essere molto limitato, altrimenti potrebbero rivelarsi più dannosi che efficaci.
In posizione eretta, con le braccia a riposo lungo i fianchi, spingere gradualmente le spalle, facendo in modo da unire le scapole ed avvicinare leggermente i gomiti dietro la propria schiena. Mantenere la posizione per un massimo di 10 secondi.
Esercizio 3
Ricordandoci di limitare il dolore, ci si siede su una sedia con le mani appoggiate alle cosce; effettuare 20 lente rotazioni consecutive all’indietro di entrambe le spalle, facendo attenzione a non muovere il tronco.
È consigliabile appoggiare la schiena allo schienale della sedia, se questo non ostacola le rotazioni.
È importante svolgere l’esercizio senza fretta, iniziando dal sollevamento delle spalle e proseguendo con il movimento verso dietro.
Esercizio 4
Questo esercizio è il più difficile ed è indispensabile assicurarsi che la flessibilità della spalla sia sufficiente prima di eseguirlo, facendo attenzione a limitare sempre il dolore.
Nella stessa posizione dell’esercizio numero uno, provare lentamente ad unire le mani, intrecciando le dita fra loro con i palmi rivolti all’insù.
Estendere lentamente le mani, mantenendole intrecciate, verso il basso, mentre si solleva la testa e poi la si spinge leggermente all’indietro. Mantenere la posizione per un massimo di 10 secondi.