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La spalla è la parte del corpo che, nell’anatomia umana, congiunge il tronco con il braccio. Vi è compreso un complesso articolare composto di due articolazioni mobili:

  1. L’articolazione acromio-clavicolare che congiunge l’acromion, un’escrescenza ossea che si dirama dalla scapola, l’osso piatto che è posto sulla superficie posteriore della gabbia toracica, con la testa dell’omero.
  2. L’articolazione scapolo-omerale o gleno-omerale che congiunge la testa dell’omero, l’osso che supporta la parte superiore del braccio, con la cavità glenoidea, una superficie cava presente sull’estremità esterna della scapola.

La seconda fra le due è senza dubbio una fra le articolazioni più importanti e delicate dell’intero organismo, soprattutto per via della notevole libertà di movimento che deve garantire al braccio stesso.

La maggior parte di noi dà per scontata la propria capacità di muovere le braccia praticamente in tutte le direzioni e si accorge di quanto sia importante il ruolo della spalla nella quotidianità soltanto quando c’è qualcosa che non funziona come dovrebbe.

Il dolore alla spalla: sintomo generico, cause diverse

Il primo sintomo di molti dei problemi cui la spalla può andare incontro è proprio il dolore, che si può manifestare in modi differenti e per motivi anche molto diversi fra loro.

La spalla è piuttosto sensibile al dolore, che può esordire come un leggero fastidio quando compiamo alcuni movimenti (per esempio quando solleviamo il braccio oltre una certa angolazione) oppure farsi sentire nel pieno del riposo notturno, spesso disturbando il sonno in modo significativo.

Proprio la complessità e la delicatezza di questa parte del corpo e la difficoltà che non di rado si incontra nell’effettuare una diagnosi completa dei problemi che l’affliggono, suggeriscono che sia consigliabile rivolgersi ad uno specialista non appena si riscontrano i primi sintomi.

Le principali patologie della spalla

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In molte circostanze, infatti, solo chi ha una dimestichezza quotidiana con le patologie della spalla è in grado di distinguere quale sia la causa primaria della patologia, considerando il fatto che la formulazione di un’appropriata strategia di trattamento non può che prendere in considerazione l’intero complesso articolare.

La spalla funziona infatti come un meccanismo unico, all’interno del quale la “rottura” di un ingranaggio causa il graduale deterioramento di tutti gli altri.

Ecco l’elenco delle cinque patologie che sono più comunemente diagnosticate nei miei pazienti, con una breve descrizione per ciascuna; è da tenere in considerazione che, come ho accennato poco fa, più d’una fra esse può essere contemporaneamente presente.

  1. La capsulite adesiva o “spalla congelataè un ispessimento dei tessuti molli che causa una limitazione dei movimenti che è possibile compiere con il braccio. Dolore ed infiammazione intervengono quando si cerca di superare tale limitazione, che a volte può arrivare a bloccare completamente il movimento del braccio;
  2. L’instabilità della spalla è dovuta all’allentamento delle strutture, come legamenti, tendini e muscoli, che concorrono a tenere la testa dell’omero al suo posto all’interno della cavità glenoidea. L’instabilità può causare la lussazione, ovvero l’uscita della testa dell’omero dalla sua sede naturale; può essere determinata da un trauma o dall’indebolimento causato dall’immobilizzazione forzata o da altre patologie.
  3. La sindrome da impingement o conflitto subacromiale si verifica per via del restringimento dello spazio fra l’acromion e la testa dell’omero, che comprime i tendini e causa dolore e limitazione nei movimenti. A lungo andare, può alimentare l’infiammazione dei tendini fino alla loro rottura.
  4. La tendinite calcifica è causata dal deposito di calcificazioni sulla superfice dei tendini. Si tratta di una patologia che nelle sue prime fasi si può risolvere piuttosto facilmente. Purtroppo non è raro che i sintomi dolorosi si presentino quando il deterioramento dei tessuti è già in corso.
  5. Le lesioni della cuffia dei rotatori sono una delle cause più frequenti di una limitazione nella funzionalità della spalla. Il tendine più frequentemente interessato, fra i quattro che compongono la cuffia, è quello del muscolo sovraspinato. Questa patologia deve essere trattata non appena si presentano i primi sintomi perché può progredire significativamente anche in tempi brevi.

La diagnosi della patologia

Lo specialista ipotizza una diagnosi durante la visita specialistica, attraverso i sintomi riferiti dal paziente e l’esecuzione di alcuni test fisici, che prevedono movimenti autonomi e assistiti del braccio interessato.

Le ipotesi formulate devono poi essere verificate ed integrate attraverso gli esami diagnostici come la risonanza magnetica o l’ecografia, perfetti per indagare i tessuti molli, o la radiografia, che serve invece ad attestare la condizione delle ossa e delle superfici articolari.

Patologie della spalla: cosa fare prima dell’intervento?

La prima azione da intraprendere è senz’altro l’assunzione di farmaci antinfiammatori ed antidolorifici, che aiutino a controllare i sintomi dolorosi e leniscano l’infiammazione.

In alcuni casi, è possibile risolvere il problema utilizzando solamente questo tipo di approccio terapeutico in aggiunta ad esercizi specifici per la riabilitazione motoria, da effettuare da soli o con l’assistenza del fisioterapista.

Le altre opzioni per il trattamento non chirurgico delle patologie della spalla possono includere le tecniche di medicina rigenerativa.

Approcciare il problema utilizzando queste modalità può essere utile sia quando è possibile evitare l’intervento chirurgico o ritardarne la necessità, che nell’ottica di recupero della funzionalità articolare dopo l’intervento stesso.

Specialmente se viene effettuato in modo diligente ed attento, attenendosi alle indicazioni del team medico specializzato, l’esercizio fisico è senz’altro l’arma più efficace fra quelle descritte.

Dolore alla spalla: la guida agli esercizi per il controllo del dolore

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È per questo che ho deciso di preparare una breve guida, che è possibile portare sempre con sé scaricandola su qualsiasi dispositivo mobile e che comprende alcuni esercizi utili in modo generico per la riabilitazione della spalla o per la prevenzione delle patologie che la possono colpire.

Si tratta di esercizi che possono essere eseguiti facilmente e senza assistenza.

1° esercizio

In piedi, con le gambe all’incirca tenute alla larghezza delle spalle, sollevare le spalle senza staccare le braccia dal tronco durante la fase d’inspirazione e rilasciare tutti i muscoli durante quella d’espirazione.

È molto importante, ovviamente, tenere una corretta postura, con il petto in fuori e la schiena dritta. Ripetere il movimento per una decina di volte, per tre serie, distanziate fra loro di un paio di minuti

2° esercizio

Sempre sincronizzandosi con le fasi della respirazione e mantenendo schiena dritta ed i piedi più o meno alla larghezza delle spalle, spingere le spalle all’indietro durante l’inspirazione, fin quasi al punto di far toccare le scapole fra loro; portarle invece in avanti durante l’espirazione.

Anche qui, è necessario ripetere il movimento per una decina di volte, per tre serie, distanziate fra loro di un paio di minuti.

3° esercizio

Nella stessa posizione, effettuare circonvulsioni (anelli circolari) con le spalle, alternando la destra e la sinistra.

Sarebbe meglio espirare quando si effettuano movimenti rotatori in avanti ed inspirare quando si effettua la rotazione all’indietro (verso il dorso). Si possono fare per tre volte cinque circonvulsioni in avanti per ogni spalla, poi cinque circonvulsioni indietro. Ripetere il tutto per 3-5 serie.

4° esercizio

Questo è l’esercizio più efficace, perché è specifico per un movimento preciso; prima di tutto, è tuttavia necessario il trovare quale sia il movimento più problematico e doloroso per il paziente fra flessione, estensione, abduzione, intrarotazione (portare indietro il braccio) ed extrarotazione (portare la mano dietro alla testa ed aprire il gomito).

A seconda di quale sia il movimento più problematico, è fondamentale eseguire un esercizio diverso, in una posizione di “vantaggio”.

  1. Se il movimento più ostico è la flessione, si esegue il movimento stesso in posizione supina, in modo che la gravità aiuti. Ripetere per un minuto, poi riposarsi e quindi ripetere per un tempo più lungo (3-5minuti).
  2. Se è invece l’abduzione, il movimento andrebbe eseguito comunque da sdraiati, ricordando di rivolgere il pollice verso l’alto.
  3. Nel caso fosse l’intrarotazione, si può spingere il braccio in fuori con il gomito piegato a 90 gradi e ruotare il braccio internamente.
  4. Se i problemi derivano dalla extrarotazione, è necessario mantenere la stessa posizione e lasciare andare la mano indietro invece che in avanti, o portare il braccio lungo il fianco, ed utilizzare quella posizione.

L’esercizio o gli esercizi prescelti vanno ripetuti quotidianamente per un tempo minimo di 4-8 settimane, per conformarsi alla velocità di recupero dei tessuti.

L’impegno sarà certamente ripagato con una significativa riduzione del dolore. L’esecuzione degli esercizi non può comunque ovviamente sostituire i consigli del medico specialista!