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Oggi vorrei approfondire il tema dell’importanza degli esercizi per il dolore alla spalla: recenti ricerche hanno dimostrato che – proprio l’esercizio fisico – è efficace almeno quanto i farmaci antinfiammatori nella riduzione del dolore alla spalla.

Quest’estate, se abbiamo la fortuna di poter approfittare di qualche giorno di riposo al mare o in piscina, ricordiamoci che – gli esercizi descritti in questo articolo – sono molto utili per “sciogliere in acqua” proprio il dolore alla spalla.

Il dolore alla spalla

Le braccia sono i nostri principali strumenti di lavoro.

Le usiamo continuamente, spesso senza nemmeno farci troppo caso: attività come guidare, mangiare o lavarsi sarebbero impossibili se non potessimo usare le braccia.

Come spesso avviene per le cose che diamo per scontate, ci accorgiamo di quanto siano indispensabili solamente quando non funzionano come dovrebbero.

Il dolore alla spalla è tanto fastidioso proprio per l’ampio impatto che può avere sulla qualità di vita del paziente: dal momento che utilizziamo queste articolazioni per molte azioni quotidiane, dolore ed altri sintomi che interessano la spalla si manifestano in modo frequentissimo.

Alcune patologie che colpiscono la spalla hanno inoltre la caratteristica di provocare il dolore anche durante le ore notturne, disturbando il sonno del paziente e causando una specie di circolo vizioso nel quale il mancato riposo, causato dal dolore, alimenta l’infiammazione che peggiora ulteriormente i sintomi della malattia.

Le patologie della spalla

articolazione della spalla

Di seguito ho elencato alcune delle più comuni patologie che sono in grado di causare il dolore alla spalla, con una breve descrizione.

Sindrome da impingement o conflitto subacromiale

La sindrome da impingement nella quale il dolore è causato dalla compressione del tendine del muscolo sovraspinato.

Questa si verifica durante il movimento di sollevamento del braccio e nella fase di ritorno alla posizione iniziale, per colpa di un restringimento dello spazio fra la testa omerale e l’acromion, dove la borsa subacromiale protegge lo scorrimento dei tendini della cuffia dei rotatori.

Tendinite Calcifica

È una condizione che determina il graduale deposito di calcificazioni sui tendini. La tendinite calcifica è asintomatica nella maggior parte dei casi ma, se non è diagnosticata per tempo e progredisce, può diventare estremamente dolorosa.

La tendinite calcifica talvolta si risolve spontaneamente ma non è raro che sia necessario ricorrere ad un trattamento specifico, in modo particolare quando il dolore diventa forte e continuo, e c’è la possibilità che le calcificazioni danneggino il tendine interessato.

Lesione della cuffia dei rotatori

È una causa frequente di dolore e cattivo funzionamento della spalla e può essere determinata da un trauma, dall’usura dovuta al lavoro manuale, dalla pratica sportiva troppo intensa o dalla scarsa irrorazione di sangue, specialmente nei pazienti anziani.

Fra i quattro tendini che concorrono a formare la cuffia dei rotatori, quello che si lesiona più spesso è quello che interessa il muscolo sovraspinato. Se la cuffia dei rotatori è lesionata, il dolore si irradia al braccio ed interessa quasi sempre anche il bicipite. Una lesione simile va trattata tempestivamente: in caso contrario può aggravarsi, rendendo necessari interventi più radicali.

Instabilità di spalla

Questa condizione si determina quando alcuni degli elementi (legamenti, tendini e muscoli) che concorrono a tenere la spalla al proprio posto si allentano o si lesionano e la spalla non è più in grado di rimanere stabilmente nella propria sede. L’instabilità di spalla solitamente è causata da un trauma: in questo caso si parla di lussazione.

In casi più rari è invece determinata da iperlassità articolare, generata da micro-traumi ripetuti nel tempo. Spesso è necessario ricorrere alla chirurgia.

Spalla congelata

La capsulite adesiva o “spalla congelata” è una condizione caratterizzata dall’assenza di lesioni traumatiche o da stress.

L’ispessimento dei tessuti dell’articolazione limita i movimenti che è possibile compiere con il braccio: il dolore si acutizza quando si tenta di superare tale limitazione. La spalla congelata si sviluppa per molte cause diverse, per esempio da alcune patologie autoimmuni come il diabete, ma anche da eventuali lesioni o deterioramenti dei tendini o da un precedente evento traumatico. Nel caso derivi da un’altra patologia, è definita capsulite adesiva secondaria.

Gli esercizi per la spalla in acqua

dolore alla spalla esercizi

Recenti ricerche hanno dimostrato che l’esercizio fisico è efficace almeno quanto i farmaci antinfiammatori nella riduzione del dolore alla spalla.

Fare esercizio immersi nell’acqua, al mare o in piscina, può essere di grande aiuto per le articolazioni ed in particolare per le spalle.

Ecco quattro semplici esercizi che, rinforzando la muscolatura della spalla e rendendola più elastica, considero fra i più efficaci nel combattere il dolore.

  1. Immergersi in piedi, con l’acqua al livello delle spalle. Mantenendo i gomiti aderenti ai fianchi e il palmo delle mani perpendicolare al suolo, ruotare le braccia fin quasi a formare un angolo retto con il busto e riportarle indietro, fino a quando le punte delle dita non si toccano. In caso di dolore, è possibile ruotare le mani verso l’alto, in modo che offrano una minore resistenza all’acqua;
  2. Nella stessa posizione, iniziando con le braccia tese lungo i fianchi, portarle quindi verso l’alto, fino all’altezza delle spalle, mantenendo le palme parallele o perpendicolari al suolo a seconda della resistenza desiderata. Le prime volte, è bene che gli esercizi non siano troppo duri;
  3. Sempre in piedi e con l’acqua a livello delle spalle, mantenendo le braccia tese e le mani appena sotto la superficie dell’acqua, ruotare le spalle in modo da portare le braccia da parallele a perpendicolari all’asse del busto e quindi riportarle nella posizione iniziale;
  4. In piedi come per gli altri esercizi, mantenere i gomiti aderenti ai fianchi. Partendo con le braccia distese e le palme sulle cosce, portare gli avambracci fino a formare un angolo retto con i gomiti. Anche in questo caso, è possibile modulare la resistenza dell’acqua ruotando il palmo delle mani.