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La tendinite calcifica, detta anche periartrite, è una tra le cause più comuni del dolore alla spalla negli adulti ed è una patologia caratterizzata dalla presenza di calcificazioni all’interno dei tendini della cuffia dei rotatori.

La malattia prende questo nome poiché si presenta con due alterazioni biologiche dei tessuti: un’alterazione infiammatoria del tendine che provoca la formazione e l’accumulo di depositi di calcio e un’alterazione calcifica che produce il deposito minerale.

La presenza di calcificazioni che generalmente causano irritazione, tende a procurare infiammazione, rigonfiamento del tendine e conseguente dolore alla spalla. Quest’ultimo si verifica, in particolare, ogni volta che si solleva il braccio sopra la testa. L’evoluzione della tendinopatia calcifica si può riassumere in tre fasi:

  1. la formazione;
  2. la calcificazione;
  3. il riassorbimento.

La fase più dolorosa è sicuramente l’ultima.

Il tendine più colpito è il sovraspinato ma la patologia, in percentuale minore, può comparire anche a livello del sottospinoso, del piccolo rotondo e del sottoscapolare; nella fase di riassorbimento, anche la borsa sottoacromiale può esserne coinvolta.

La tendinite calcifica

tendinite calcifica

Studi e ricerche di settore evidenziano come la malattia colpisca in prevalenza la popolazione femminile in età adulta. I lavori domestici, spesso, sono all’origine della tendinite calcifica che, in questi casi, interessa soprattutto la spalla destra.

In generale, si parla di metaplasia calcifica nei soggetti di età compresa tra i 40 e i 50 anni e di forma degenerativa della malattia nella fascia tra i 60 e i 70 anni. Nel caso delle persone più anziane può essere bilaterale e colpire entrambe le braccia.

Le donne con problemi endocrini e dismetabolici, con patologie della tiroide, diabete mellito, disordini ormonali e irregolarità del ciclo mestruale sono più predisposte a contrarre la periartrite.

Alta probabilità di soffrire di questa malattia si riscontra anche nei pazienti con lesioni alla cuffia dei rotatori e con profilo dell’osso acromiale curvo o uncinato.

Le cause

Negli anni si è scoperto che le cause della tendinite calcifica possano essere di diversa natura:

  • diminuzione dell’apporto di ossigeno al tendine della cuffia dei rotatori;
  • trasformazione delle cellule tendinee in cellule produttrici di calcio attraverso il processo della metaplasia. In questo caso il deposito di calcio si trova nel tendine;
  • degenerazione del tendine causata dall’invecchiamento e dall’usura. Il tessuto tendineo calcifica (calcificazione degenerativa) e si posiziona in corrispondenza dell’inserzione del tendine sull’omero (disinserzione del tendine dalla testa omerale);
  • pressione sui tendini a causa del sollevamento del braccio ripetuto frequentemente.

I sintomi della tendinite calcifica

I pazienti affetti da tendinite calcifica accusano, solitamente, un dolore molto intenso alla parte anteriore o laterale della spalla, accompagnato da rigidità e da una generale limitazione dei movimenti.

Il fastidio si intensifica quando si compie l’azione di sollevare il braccio oltre la testa. Esistono pazienti che lamentano una generale debolezza muscolare e malessere notturno anche quando il braccio è a riposo.

Come già anticipato, il dolore alla spalla compare per lo più durante la fase di riassorbimento della malattia ovvero quando il deposito di calcio è in forte pressione all’interno del tendine ed è così potente da rendere difficoltoso lo svolgimento anche dei gesti più comuni.

Per ottenere una diagnosi certa è necessario rivolgersi a uno specialista che, tendenzialmente, prescriverà una radiografia di verifica in proiezione anteo-posteriore con il braccio intrarotato ed extra rotato, oltre a una TAC o una risonanza magnetica per stabilire dov’è localizzata la calcificazione.

Il percorso di cure delle tendinite calcifica

tendinite calcifica spalla sala operatoria

I casi meno gravi di tendinopatia calcifica possono risolversi con il graduale riassorbimento dei depositi di calcio, senza la necessità di una terapia chirurgica.

Spesso, invece, si tende a trattare l’area colpita con una terapia a onde d’urto (ESWT) oppure con metodi classici quali le infiltrazioni di cortisone o i lavaggi endoscopici. Scopo di questi trattamenti è quello di combattere la calcificazione ossea che viene erroneamente considerata la causa della patologia. In realtà non sempre è così.

Onde d’urto, infiltrazioni e lavaggi possono dare beneficio temporaneo ma il dolore, nel tempo, tornerà a comparire.

Questo perché le calcificazioni, soprattutto se di misura superiore a 1 cm, spesso sono delle vere e proprie lesioni tendinee che per risolversi, necessitano di un intervento di chirurgia artroscopica eseguito in anestesia locale.

Una delle situazioni che più frequentemente mi capita di vedere in ambulatorio è proprio un paziente che ha avuto più episodi di tendiniti calcifiche, trattate molto spesso con onde d’urto, o ancora con la vecchia metodica di infiltrazione di cortisone.

Il beneficio momentaneo non risolve il problema che dopo qualche tempo tenderà a ripresentarsi.

Chirurgia artroscopica

Questo tipo di operazione permette di rimuovere definitivamente la calcificazione della spalla oltre a riparare il tendine lesionato o disinserito dalla testa omerale.

Durante l’artroscopia, il medico utilizza una piccola telecamera attraverso la quale vede dove sono posizionati i depositi di calcio e li toglie utilizzando strumenti chirurgici che vengono inseriti all’interno di piccole incisioni.

Tale procedura permette la massima precisione e accuratezza, oltre al trattamento di ulteriori eventuali lesioni altrimenti non visibili.

Riabilitazione e decorso postoperatorio

Grazie agli interventi di chirurgia artroscopica, il dolore, il sanguinamento e il gonfiore postoperatorio sono notevolmente ridotti.

Anche i tempi di recupero sono molto più veloci di un comune intervento alla spalla.

Per un miglioramento completo, sarà necessario un ciclo riabilitativo della durata di circa 6 mesi, finalizzato al recupero di tutte le funzioni del braccio che permetteranno il ritorno alle normali attività quotidiane.