È situata all’incontro fra tre ossa molto importanti:
- la clavicola;
- la scapola;
- l’omero.
È composta da più articolazioni, anche se la più importante è senza dubbio quella che congiunge la scapola, l’osso pari che è situato dietro il torace, e l’omero, l’osso che sostiene la parte superiore del braccio.
La spalla è indubbiamente un elemento chiave della nostra anatomia e dalla sua salute dipende lo svolgimento di moltissime attività quotidiane come sollevare oggetti, vestirsi e lavarsi.
Diamo per scontata la funzionalità articolare delle nostre spalle, per lo meno fino a quando non incappiamo in un infortunio o in una patologia infiammatoria: solo allora ci accorgiamo di quale impatto possa esercitare sulla qualità di vita avere una spalla (o entrambe) “fuori uso”.
I muscoli ed i tendini della spalla ci permettono infatti di compiere la maggior parte dei movimenti delle braccia. Guidare, giocare a tennis, o tirare fuori un oggetto pesante dallo scaffale alto dell’armadio sono tutte azioni difficili e dolorose per chi è colpito da una patologia della spalla.
La cuffia dei rotatori è una guaina formata dai quattro tendini dei principali muscoli che collaborano al movimento delle braccia, ed è detta così perché si avvolge intorno alla testa dell’omero proprio come una cuffia.
Purtroppo non è raro che questa struttura anatomica s’infiammi, provocando dolore e limitazioni nel movimento: infatti, dal momento che è il fulcro dell’intero complesso articolare, qualsiasi squilibrio può provocarne l’infiammazione. Se un paziente avverte dolore quando solleva il braccio oltre un certo angolo, spesso questo s’irradia proprio dalla cuffia dei rotatori.
Le principali patologie della spalla
Proprio per la sua centralità, l’infiammazione alla cuffia dei rotatori non fornisce però indicazioni sulla reale origine del problema da risolvere. Le più comuni patologie che colpiscono la spalla sono almeno cinque ed è quasi sempre necessario approfondire la diagnosi attraverso una visita specialistica ed esami strumentali come la Risonanza Magnetica o l’Ecografia.
Ecco l’elenco delle patologie della spalla con una breve spiegazione:
- la sindrome da impingement o conflitto subacromiale è causata dalla compressione del tendine del muscolo sovraspinato, durante il movimento di sollevamento del braccio e nella fase di ritorno alla posizione iniziale e, se trascurata, può portare ad un graduale assottigliamento dei tendini o addirittura alla loro rottura.
Questa patologia è quella che vede intervenire più spesso – come “second look” – gli ortopedici esperti, poiché il problema della risalita della testa omerale conseguente alla lesione tendinea, viene risolta da chirurghi poco esperti soltanto attraverso la limatura dell’osso acromiale (acromionplastica appunto) che allevia solo per pochi mesi la sintomatologia, portando però i pazienti a provare lo stesso dolore e ad avvertire una forza ridotta per la mancata riparazione della lesione tendinea, spesso conseguente a tale attrito; - la tendinite calcifica è caratterizzata dal graduale deposito di materiale calcifico sui tendini. Questo aumenta l’attrito che si crea quando essi scorrono l’uno contro l’altro. Come avviene per la sindrome da impingement, il rischio è che con il tempo i tendini si sfilaccino e si rompano.
Le tendiniti calcifiche [morbo di Duplay] o come in passato venivano chiamate le periartriti, sono patologie riguardanti sempre il complesso della cuffia dei rotatori che vengono però invase da calcificazioni.
Generalmente in queste patologie, che sono molto frequenti, si tende a combattere la calcificazione come fosse la causa, anche se spesso tali calcificazioni sono delle vere e proprie lesioni con dis-inserzione del tendine dalla testa omerale, che confluiscono quindi nel grande capitolo delle lesioni tendinee; - la lesione della cuffia dei rotatori è in genere causata da un trauma o dall’usura dovuta ad un lungo periodo di inattività. Quando si verifica, il dolore di solito si irradia anche alla parte superiore del braccio;
- la spalla congelata o spalla rigida si verifica quando i tessuti si ispessiscono a causa dell’infiammazione e, nel gonfiarsi, bloccano o limitano i movimenti dell’articolazione. Il dolore è molto intenso se il paziente cerca di superare la limitazione dei movimenti;
- l’instabilità di spalla è una condizione che deriva dall’allentamento dei tendini che servono a tenere a contatto le superfici articolari (la testa dell’omero e la cavità glenoidea, situata all’estremità dell scapola) e può essere causata da un trauma o dalla lassità muscolare dovuta a patologie autoimmuni o metaboliche.
Perché la specializzazione è il futuro
Non è sempre facile comprendere la reale origine dei sintomi che affliggono il paziente: la complessità della spalla può trarre in inganno anche medici con notevole esperienza.
Dal momento che un trattamento efficace non può che intervenire sull’origine del problema (altrimenti la patologia si ripresenterà in tempi brevi e, non di rado, in una forma più dolorosa ed invalidante), solamente l’occhio esperto di uno specialista che abbia maturato una significativa esperienza specifica è in grado di trovare la soluzione: il trattamento adatto alle caratteristiche del paziente e della sua patologia.
Inoltre, negli ultimi decenni la medicina ortopedica e la chirurgia della spalla in particolare sono evolute molto rapidamente: chirurgia artroscopica e medicina rigenerativa sono solo due esempi di quella che si potrebbe definire una vera e propria rivoluzione, con l’introduzione di tecniche che sarebbero state inconcepibili prima della fine del secolo scorso.
Negli ultimi decenni abbiamo assistito ad una rivoluzione tecnologica, di conoscenze, di metodiche, di strumentari – nella chirurgia ortopedica – ed è quindi necessario che ci sia una settorializzazione nell’ambito delle conoscenza e delle capacità chirurgiche.
Chi sono
Ecco perché ho sempre lavorato per indirizzare la mia specializzazione nella chirurgia ortopedica, esclusivamente nelle tecniche di ricostruzione della spalla e del ginocchio.
In questo senso ho orientato il mio lavoro nei 20 anni all’Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, durante il quale ho collaborato con il dr. Ettore Taverna, uno dei pionieri della chirurgia artroscopica della spalla. La stessa ricerca continua ricerca di super specializzazione mi ha portato a trasferire la mia attività chirurgica a Piacenza e la mia attività ambulatoriale a Busto Arsizio, la mia città, oltre che a Milano e Catania.
Ho quindi cercato un ospedale che rispettasse le tre condizioni fondamentali di cui necessito come chirurgo:
- altissima qualità dei materiali;
- eccellenza del team chirurgico: anestesisti, ferristi, infermieri di sala;
- il rapporto con il paziente con il quale costruire un rapporto di fiducia che vada “oltre” il percorso terapeutico per la cura della patologia.
Ho trovato queste caratteristiche a Piacenza – in Emilia Romagna – a più di 100 km da casa.
Piacenza è sempre più il mio punto di riferimento per la chirurgia artroscopica della spalla per i pazienti che accedono alle cure con il Sistema Sanitario Nazionale.
È un sacrificio, certo. Ma è un sacrifico che sento di voler e dover fare per i miei pazienti. Perché ogni persona che mi onora della sua fiducia merita il meglio che io possa offrire. E il meglio, oggi, è rappresentato da Piacenza.
I miei casi clinici
Ho operato più di 15000 spalle nella mia carriera. Mi piace ricordare tutti i miei pazienti e specialmente gli atleti professionisti come Alessandro Nesta, Mauro Bergamasco, Ambrogio Magistrelli o Federico Pellegrini. Questa “preferenza” è importante sia perché sono un grande appassionato di sport, sia perché mi permette di spiegare ai nuovi pazienti che i risultati migliori si raggiungono attraverso l’impegno del chirurgo, ma soprattutto grazie alla dedizione del paziente, dedizione che gli sportivi dedicano loro stessi con impegno senza pari: sono l’esempio migliore di come chirurgo e paziente debbano essere visti come un team che lavora all’unisono per raggiungere un obiettivo.
Perché opero a Piacenza ma ricevo anche a Catania
Come ho detto, ho trovato a Piacenza una struttura all’avanguardia e soprattutto un team medico d’élite, che mi permette di lavorare con la massima tranquillità e qualità.
Solo in questo modo posso essere certo che i miei pazienti sono affidati alle mani migliori, non solo quando sono in sala operatoria ma durante tutto il processo di guarigione: dalla prima diagnosi alla fine del periodo di riabilitazione.
Ho deciso comunque di ricevere i pazienti anche a Catania per venire incontro a moltissime richieste da pazienti che vivono nel meridione e che spesso dovevano affrontare lunghi viaggi solo per vedermi. In questo modo, possono affrontare almeno la prima visita in un luogo più vicino alla loro residenza!
Grazie per il tempo che mi avete dedicato leggendo le mie righe,
con affetto.
dr. Giuseppe Pacelli