La salute delle ginocchia è molto importante. Chi è giovane non ci pensa e non se ne rende conto; mano a mano che l’età avanza, quelli che non vi hanno fatto attenzione se ne potrebbero pentire.
Infatti, il ginocchio è un complesso articolare di grandissima importanza non solo per chi pratica sport o svolge attività usuranti: dal momento che dev’essere in grado di sopportare sollecitazioni anche superiori all’intero peso corporeo (per esempio quando saltiamo o corriamo), quando è colpito da un infortunio o una patologia cronica, l’impatto sulla qualità della vita del paziente può essere molto significativo.
Attività come alzarsi e sedersi, camminare e guidare diventano dolorose e faticose o addirittura impossibili, a seconda di quanto la patologia ha danneggiato la funzionalità articolare.
Anatomia del ginocchio
Le articolazioni principali che fanno parte del ginocchio sono due: quella fra femore e rotula, che ha soprattutto il ruolo di conferire solidità e forza all’intero complesso articolare, e quella fra tibia e femore, che è la più importante.
Quest’ultima è un’articolazione molto robusta, la cui stabilità è garantita dai legamenti crociati, detti così perché s’incrociano proprio al centro dell’articolazione stessa.
Il ruolo del menisco
Il menisco è un cuscinetto di tessuto connettivo che si trova sulla parte superiore della tibia. Ve ne sono due (uno interno ed uno esterno) per ogni ginocchio e la loro funzione è proteggere la tibia ed il tessuto cartilagineo che si trova all’estremità.
I menischi funzionano in pratica da “ammortizzatore” per i piccoli traumi cui il ginocchio è normalmente sottoposto, per esempio quando corriamo o quando spicchiamo un salto. I menischi hanno un ruolo importante nel prevenire l’artrosi del ginocchio, una patologia causata dal deterioramento delle cartilagini, che provoca dolore e difficoltà nel camminare.
Le cause della lesione al menisco
Di menischi si sente parlare spesso nelle cronache sportive: questo avviene perché la lesione al menisco è piuttosto comune in chi pratica sport di movimento, specialmente se è previsto il contatto fisico (come per esempio nel calcio, nel basket o nel rugby) o se si effettuano cambi di direzione ed accelerazioni improvvise. Per i pazienti sotto i 50 anni, un infortunio o una caduta sono le cause più frequenti di rottura del menisco.
In soggetti più anziani, il deterioramento dei tessuti dovuto al normale processo d’invecchiamento cellulare ha invece un impatto più significativo. Con il passare degli anni, specialmente nei pazienti che conducono una vita sedentaria, l’irrorazione di sangue nella zona dell’articolazione diminuisce ed i tessuti diventano meno resistenti: un piccolo trauma o, in alcuni casi, persino il normale deterioramento dovuto all’utilizzo, possono facilmente causare una lesione.
I sintomi della lesione
Le lesioni meniscali hanno un effetto molto soggettivo: vi sono pazienti che avvertono chiaramente persino il rumore di uno schiocco e che sentono dolore subito; in altri casi, il paziente può essere in grado di continuare l’attività sportiva e non avvertire nessuna sensazione particolare, almeno fino a quando i muscoli ed i tendini sono “caldi”, quindi ben irrorati dalla circolazione sanguinea.
Dolore, gonfiore e la sensazione di difficoltà nei movimenti del ginocchio possono manifestarsi anche in un secondo momento, a riposo, quando la muscolatura si raffredda e subentra l’infiammazione. In alcuni casi, il paziente resta comunque in grado di camminare autonomamente. Ovvio che questo discorso non sia applicabile nei casi in cui l’infortunio è determinato da un colpo o da un evento traumatico importante.
Diagnosi di lesione al menisco
Trascurare un’infortunio del genere è sempre un errore: lo squilibrio che si crea potrebbe peggiorare progressivamente il danno, rendendo necessario un intervento chirurgico per suturare la lesione, con un aumento significativo dei tempi di recupero e della fatica necessaria per la riabilitazione. Uno specialista sarà in grado di valutare tutti gli elementi, se necessario ricorrendo ad esami strumentali come la risonanza magnetica o l’ecografia, e di decidere il trattamento più adeguato anche sulla base delle caratteristiche e delle esigenze del paziente.
Perchè oggi si cerca di non operare la lesione?
Fino ad un passato recente, l’unico modo per risolvere le lesioni del menisco in modo soddisfacente e definitivo era l’operazione chirurgica con tecnica artroscopica, il cui intento era suturare il menisco o addirittura rimuoverlo, nei casi in cui non fosse possibile ripararlo.
Con l’avvento delle tecniche di medicina rigenerativa, che si sono dimostrate molto utili sia per trattare pazienti con lesioni non troppo estese sia per favorire il processo di guarigione dopo l’intervento chirurgico, quando è possibile si tende ad adottare un approccio più conservativo. L’intervento, anche se eseguito in artroscopia, richiede infatti un processo di riabilitazione.
Le terapie rigenerative
Esistono molti tipi di trattamento rigenerativo, che si adattano in maniera differente alle caratteristiche del paziente ed al tipo di infortunio o alla patologia che deve essere curata. Non tutti i pazienti hanno gli stessi risultati attraverso la medicina rigenerativa, che può essere applicata come terapia principale solamente se la lesione non è troppo estesa. Come ho accennato, nei casi in cui lo specialista valuti l’intervento chirurgico come migliore opzione di trattamento, le tecniche di medicina rigenerativa possono avere una funzione adiuvante, velocizzando la guarigione dei tessuti dopo l’operazione.
PRP menisco: come funziona?
Il trattamento con PRP (Platelet Rich Plasma, in italiano “plasma ricco di piastrine”) è considerato efficace per la rigenerazione dei tessuti articolari e fa ormai parte della normale pratica clinica. Sfrutta i fattori di crescita piastrinica, estratti dal sangue dello stesso paziente e purificati con una particolare tecnica di centrifugazione, che vengono poi iniettati localmente dove c’è necessità di rigenerazione. Solo un ortopedico esperto è in grado di valutare l’utilità di applicare questa tecnica e di stabilire tempi e modalità adatti alle esigenze del singolo paziente. Di solito, il trattamento viene ripetuto (anche più volte) dopo un intervallo di tempo definito, per massimizzarne l’efficacia.
Risultati
Il grande vantaggio di utilizzare questa tecnica è che funziona con molte categorie di pazienti e che può essere reiterata molte volte, perché non ha alcun effetto collaterale, a parte il leggero gonfiore ed il fastidio che possono essere avvertiti nelle prime 24 ore dopo l’applicazione. La maggior parte dei pazienti riferisce una diminuzione significativa del dolore ed un graduale aumento della funzionalità articolare. Le uniche serie controindicazioni sono per i pazienti che soffrono di malattie croniche, autoimmuni o di tumori, perchè i trattamenti di medicina rigenertiva potrebbero interferire con le altre terapie, diminuendone l’efficacia.
Considerando “l’altra faccia della medaglia”, è doveroso specificare che la medicina rigenerativa non consente di ricreare dal nulla strutture anatomiche troppo deteriorate o addirittura non più esistenti.