L’infiammazione della cuffia dei rotatori può essere un disturbo molto fastidioso, che spesso influisce sulla qualità di vita di chi ne è affetto.
Molto frequentemente chi presenta questo tipo di infiammazione ha difficoltà a svolgere azioni abituali ed accusando dolore anche di notte.
Se anche tu hai avuto, oppure accusi i primi sintomi, di un’infiammazione alla cuffia dei rotatori, prosegui con questo articolo: ti spiegherò prima la sua struttura, per poi andare più nel dettaglio sulle possibili soluzioni.
Iniziamo!
La cuffia dei rotatori
La cuffia dei rotatori è l’insieme dei muscoli e dei relativi tendini che permettono di muovere l’articolazione fra l’omero e la scapola.
Sebbene una simile denominazione possa sembrare bizzarra, è dovuta al fatto che i tendini avvolgono l’articolazione stessa proprio come una cuffia, come potete vedere nell’immagine qui sopra.
I muscoli che compongono la cuffia dei rotatori sono:
- il sovraspinato;
- il sottospinato;
- l’infraspinato;
- il piccolo rotondo.
I tendini relativi a questi muscoli, prendono il loro stesso nome: generalmente il più soggetto a lesioni dei quattro è il sovraspinato.
La sua conformazione è molto utile per garantire la stabilità dell’articolazione e l’aderenza delle superfici articolari l’una all’altra.
Perché si infiamma?
Come altre tipologie di infiammazione, quella relativa alla cuffia dei rotatori è una risposta del nostro sistema a seguito di una lesione fisica o chimica.
Generalmente si presenta con:
- dolore;
- limitazione funzionale;
- calore nella parte interessata.
Considerando il suo fondamentale ruolo, il dolore e le limitazioni funzionali possono influire sul corretto svolgimento delle attività quotidiane.
Le cause di un’infiammazione alla cuffia dei rotatori possono essere molteplici e non sono sempre facili da individuare senza un’indagine approfondita.
Le cause dell’infiammazione
L’infiammazione può essere scatenata:
- da traumi, come un colpo o una caduta;
- dalla ripetizione eccessiva di alcuni movimenti, che provocano microtraumi nell’articolazione (frequente negli sportivi).
Nelle persone di età avanzata o che hanno subito una immobilizzazione forzata, l’infiammazione può infine essere determinata dalla naturale degenerazione delle strutture tendinee o da atrofia muscolare.
Ovviamente, non è raro che due o più fra queste cause concorrano nell’alimentare l’infiammazione.
I sintomi dell’infiammazione alla cuffia dei rotatori
Come già anticipato, dolore, difficoltà nei movimenti e limitazioni funzionali sono i più comuni sintomi dell’infiammazione della cuffia dei rotatori.
Nelle fasi iniziali della patologia, questi sintomi si possono manifestare soprattutto dopo un lungo periodo di riposo (per esempio durante la notte) o dopo sforzi particolarmente intensi.
Il dolore notturno può disturbare sensibilmente il sonno del paziente, peggiorando ulteriormente la qualità di vita.
I fattori di rischio
Oltre all’età ed alla sedentarietà, che sono fattori che aumentano la possibilità di sviluppare l’infiammazione della cuffia dei rotatori, esistono altri elementi che possono predisporre a questa patologia.
Questi possono essere legati a:
- alcuni tipi di attività professionali, in particolare quelle che richiedono attività manuale usurante e compiti ripetitivi;
- attività sportive di contatto(calcio, basket, rugby, ecc.);
- attività sportive che richiedono l’utilizzo continuo delle braccia(ad esempio tennis, volley, baseball o sci di fondo).
Infine, è nota la correlazione di questa condizione articolare con alcune malattie metaboliche come il diabete e l’obesità e con le patologie che colpiscono il sistema cardiovascolare.
I motivi alla base di tale correlazione non sono ancora stati completamente compresi; a questo proposito, molti studi clinici sono attualmente in corso.
Come prevenire l’infiammazione?
Esistono vari accorgimenti che si possono mettere in atto per diminuire le probabilità di sviluppare un’infiammazione della cuffia dei rotatori.
Il primo e più importante è senz’altro quello di esercitare regolarmente i muscoli delle spalle (ovviamente senza eccedere!): più questi diventeranno tonici e flessibili, minore sarà il rischio.
Consiglierei inoltre di fare molta attenzione ai movimenti ripetuti e di fermare la propria attività non appena si manifesta il dolore o si percepisce una sensazione di calore alla spalla.
È bene, infine, non esitare a sottoporsi ad una visita specialistica, quando si sospetta un’infiammazione alla cuffia dei rotatori.
La diagnosi tempestiva di questa patologia è importantissima perché consente, nella maggioranza dei casi, di risolverla senza far ricorso a trattamenti chirurgici.
La diagnosi
L’analisi clinica, nel corso della visita con lo specialista, può essere sufficiente per diagnosticare il problema.
Tuttavia, proprio a causa della complessità della spalla e dei molti elementi che la costituiscono, in molti casi saranno necessari accertamenti strumentali come l’ecografia o la risonanza magnetica.
Questi, infatti, possono essere utili per comprendere meglio le condizioni delle parti molli, mentre la radiografia può essere utilizzata per verificare la presenza di eventuali danni al tessuto osseo.
L’iter terapeutico
Nei casi più lievi d’infiammazione della cuffia dei rotatori, la patologia si risolve facilmente attraverso il riposo e l’assunzione di farmaci antinfiammatori (FANS).
L’infiammazione si attenua di solito nel giro di un paio di settimane.
Quando invece la patologia progredisce perché viene trascurata per qualche tempo, o quando è causata da un trauma, può rendersi necessaria una soluzione di tipo chirurgico.
In genere, dunque, il primo trattamento che viene prescritto è di tipo conservativo.
Trattamento conservativo
Inizialmente si agisce con una terapia basata su FANS e fisioterapia.
Si svolgono esercizi di allungamento e di potenziamento dei muscoli per aumentarne la tonicità e la qualità.
Questi possono essere affiancati, se lo specialista lo ritiene utile, a trattamenti di Tecarterapia e ad infiltrazioni di acido ialuronico, di gel piastrinico (PRP) o di Lipogems.
Sono tutte tecniche che, attraverso diversi meccanismi, hanno lo scopo di stimolare la naturale capacità di rigenerazione dei tessuti.
Intervento chirurgico
In una piccola percentuale di casi, specialmente quelli in cui si riscontrano danni significativi ai tendini o alle altre strutture connettive che fanno parte dell’articolazione, sarà necessario ricorrere ad un intervento chirurgico ricostruttivo.
In questi casi, quando possibile, si utilizza la tecnica artroscopica, che aiuta a minimizzare i tempi di recupero dall’intervento e rendere meno faticoso il periodo di riabilitazione.
Anche nel caso di un intervento chirurgico, il ruolo della riabilitazione attraverso la fisioterapia e l’esercizio fisico è centrale nel garantire il miglior esito possibile della procedura.