La struttura più importante dell’articolazione scapolo omerale è senza dubbio la cuffia dei rotatori, una struttura formata dai quattro tendini dei principali muscoli che servono per l’appunto a muovere il braccio.
Le articolazioni che fanno parte del complesso articolare della spalla sono ben cinque, anche se la più importante è senza dubbio quella che unisce l’omero, l’osso che sostiene i muscoli del braccio, e la scapola, l’osso pari che è situato sulla parte posteriore della scatola toracica.
L’articolazione scapolo omerale è infatti quella che ci permette di muovere le braccia, con un raggio di movimento molto ampio, paragonabile alla metà di una sfera; si tratta di un “compito” difficile e per questo motivo è una delle articolazioni più complesse del nostro organismo.
La cuffia dei rotatori
I tendini si avvolgono intorno all’articolazione e tutti insieme formano una specie di cuffia, motivo per cui questo complesso muscolo-tendineo è chiamato così.
In condizioni normali la cuffia dei rotatori garantisce la stabilità della testa dell’omero all’interno della cavità glenoidea, un’escrescenza ossea che si protende dall’estremità della scapola.
I muscoli della spalla sono fra quelli che utilizziamo più frequentemente nella vita di tutti i giorni: è per questo che gli infortuni, che possono essere dovuti ad un trauma o ad un sovraccarico di lavoro, non sono per niente rari.
I sintomi della lesione alla cuffia dei rotatori
La debolezza del braccio o una limitazione dell’ampiezza dei movimenti che può effettuare sono sintomi che possono far pensare ad una lesione della cuffia dei rotatori.
L’entità del problema può variare notevolmente: da una semplice infiammazione alla cuffia dei rotatori, alla lesione completa di uno o più fra essi.
In particolare, le lesioni più comuni rendono difficile e doloroso sollevare il braccio oltre gli 80-90° rispetto al tronco.
Autodiagnosi
Il dolore che si manifesta nello svolgimento di semplici attività quotidiane come lavarsi, vestirsi, pettinare i capelli o allacciare il reggiseno può essere un importante campanello d’allarme, che indica al paziente che dovrebbe rivolgersi ad uno specialista per una diagnosi più accurata.
Trascurare il problema potrebbe infatti determinare un’aggravamento delle lesioni, che rende necessari trattamenti più invasivi e allunga significativamente i tempi di recupero.
In una fase più avanzata della patologia, i sintomi si manifestano anche nei periodi di riposo, disturbando il sonno e deteriorando la qualità della vita del paziente.
Primo soccorso
La prima cosa da fare se si sospetta un problema alla cuffia dei rotatori è mettere l’articolazione a riposo, praticando impacchi di ghiaccio per 15-20 minuti ogni ora, specialmente se i sintomi sono conseguenza di un trauma.
Se il raggio di movimenti che il paziente riesce ad effettuare viene limitato dal dolore, nei giorni successivi al trauma è sicuramente il caso di consultare uno specialista.
Bisogna però tenere presente il fatto che, quando sono presenti gonfiore o tumefazioni, non è sempre possibile effettuare una diagnosi accurata e gli esami strumentali potrebbero dover essere rimandati di qualche giorno.
La diagnosi del chirurgo ortopedico
Il chirurgo ortopedico specializzato provvederà ad effettuare una diagnosi che tenga in considerazione i danni riportati da tutte le strutture che collaborano al funzionamento della spalla: è importante comprendere che si tratta di un sistema complesso all’interno del quale ogni elemento danneggiato influenza la stabilità e la funzionalità degli altri elementi che lo circondano.
Proprio per questo, la diagnosi deve spesso essere confermata attraverso una serie di accertamenti strumentali come:
- l’ecografia;
- la risonanza magnetica;
- la radiografia.
La cura della cuffia dei rotatori
Una volta che il quadro della situazione è stato completato, lo specialista deciderà il trattamento più adatto al paziente anche sulla base delle sue esigenze e del suo stile di vita.
In alcuni casi i danni sono eccessivi per pensare che si possano riassorbire senza l’aiuto di un trattamento chirurgico ricostruttivo, come accade spesso in caso di lesioni complete o comunque profonde dei tendini.
Per questi pazienti, l’unica opzione che può riportare l’articolazione ad un livello di funzionalità paragonabile a quella che aveva prima dell’infortunio è l’intervento di ricostruzione, che quando è possibile si effettua in artroscopia.
Questo tipo di approccio, che prevede un accesso di piccole dimensioni, permette di accelerare i tempi di recupero e minimizzare l’impatto estetico della cicatrice.
Che sia necessaria la chirurgia o meno, la fase di riabilitazione è estremamaente importante per garantire un buon esito al trattamento.
L’impegno del paziente deve essere massimo per l’intero periodo previsto dal piano terapeutico: soltanto in questo modo i suoi muscoli ed i suoi tendini riprenderanno il loro tono ed il rischio che l’infortunio si ripeta scenderà al minimo.
Nella fase di riabilitazione, per alcuni pazienti può essere utile affiancare all’esercizio fisico ed alla fisioterapia le tecniche di medicina rigenerativa, come le applicazioni di PRP o di Lipogems.
Prevenzione delle lesioni
Se da una parte è vero che non è possibile prevenire completamente gli infortuni alle spalle, attraverso un programma di esercizio fisico mirato si può diminuire notevolmente la possibilità che avvengano e minimizzarne l’impatto nel caso si verifichino.
Articolazioni più forti e flessibili sono meno soggette ad infortuni di quelle scarsamente allenate!
Un ultimo consiglio pratico: prima di iniziare qualsiasi attività sportiva, effettuare qualche esercizio di riscaldamento e non cominciare subito “spingendo al massimo”.
Questa è una regola d’oro per la prevenzione degli infortuni muscolari ed articolari, che deve essere tenuta presente dagli sportivi di tutti i livelli.